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Il blog uccide, parola del New York Times

L’argomento sembra tirare di nuovo e i riflettori dei grandi media si riaccendono sui blogger professionisti. Questa volta l’attenzione è rivolta non agli editori dei network ma a chi ci scrive.

L’articolo del New York Times comincia in maniera molto infelice, associando il blogging intenso all’infarto e alla morte, solo perché due blogger (e in parte giornalisti) over 50 sono morti di infarto negli ultimi mesi e un altro c’è andato molto vicino. Sarà il fatto di bloggare o di avere una vita già sregolata da anni, prima ancora che i blog esistessero?

Ad ogni modo il pezzo continua con una piccola inchiesta in cui si delinea un profilo di lavoratore quasi usurante, per come viene descritto, costretto dalle circostanze a dormire poco, scrivere sempre e neanche mangiare regolarmente! Per cosa? Per un guadagno che parte da 1000 dollari al mese e può arrivare con bonus e incentivi fino a 70.000 $.

Lo stesso Michael Arrington, editore e autore di TechCrunch, denuncia di dormire poco e male e di essere vicino all’esaurimento nervoso. Sarà vero che fare il blogger professionista (o semi-professionista), lavorando da casa seduto alla scrivania, con il ritmo che ognuno si sceglie, sia un lavoro così debilitante?

In Italia poi, dove i grandi media si sono quasi disinteressati completamente di questo fenomeno, qual’è la situazione? Sarebbe interessante avere una risposta dalle decine, forse centinaia di blogger che collaborano con i grandi network di blog professionali.

LEGGI: Bloggare stanca, anzi uccide per il New York Times.

Published in Media & Social media

3 Comments

  1. Purtroppo questo è l’altra faccia della stessa medaglia.
    Penso che ogni cambiamento deve recare anche un equilibrio.
    Forse gli americani esagerano, ma la situazione non differisce poi molto dalla realtà.
    E’ un fenomeno a cui dovremo confrontarci, prima o poi.

  2. essì, sarebbe interessante, non voglio pensare che gli articolisti di edit o altri blog perlomeno del settore, siano sull’orlo dell’esaurimento!! 😀

    gli americani come al solito esagerano su tutto e sanno come rovinarsi la vita 😉

  3. Io scrivo per AppuntiDigitali.it e Webnews.it ma di certo non ci vivo!

    Ho sempre avuto la passione per la tecnologia e lo scrivere, ciò che scrivo per loro prima più o meno lo scrivevo sul mio blog quindi non è cambiato molto nella mia vita.

    Ho cmq la mia società e il mio lavoro come attività principale e penso che in Italia siano davvero pochissimi quelli che riescono a vivere bloggando.

    Il problema, tra l’altro, non è solo di scarsa retribuzione ma anche previdenziale…Non sono generalmente contratti che ti permettono di ‘stare tranquillo’, ma solo dei ‘tappabuchi’ utili per arrotondare e farsi conoscere.

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