Skip to content →

Il mito del libraio illuminato e la serendipity della rete

libri

Un passaggio di Chiuso per Kindle*, “diario di un libraio in trincea”, recita:

[…] le librerie online (gli algoritmi che le muovono) non possono, né potranno mai sostituire il prezioso ruolo dei librai, i quali, se amano il proprio lavoro, saranno in grado di farvi scoprire autori di cui magari, mai avreste sentito parlare nella vita.

Posso dirlo? Sono stanco di questa retorica. I librai come unica vera soluzione per scoprire nuovi titoli e nuovi autori, alla faccia delle librerie online. Perché? Seppur possa riconoscere che un bravo libraio svolge un lavoro ad alto valore aggiunto e possa superare i meri motori di raccomandazione basati sugli acquisti precedenti, è pur vero che la strada verso il libro nell’era di internet non è la libreria online, ma la rete nel suo insieme.

Gli autori di Chiuso per Kindle sbagliano bersaglio. Il loro avversario non è la libreria online ma il passaparola e la serendipity della rete, alternativi e potenti quanto e più di un libraio, seppur bravo.

Faccio un esempio concreto, prendendo gli ultimi 10 libri letti, tutti digitali (vedi immagine tratta dal mio profilo Goodreads). Tutti mi hanno soddisfatto, almeno con alcuni spunti di riflessione e idee. Non avendo letto nessuno dei 10 autori da un libro precedente, come li ho scoperti?

Wear no evil: un tweet di un profilo che seguo lo consigliava.
Eat Move Sleep: ne avevo sentito parlare mesi fa, non ricordo neanche dove.
Chiuso per Kindle: scoperto da un blog dove sono andato a leggere una recensione di un altro libro appena letto.
Predictably irrational: scoperto dal motore di raccomandazione di Amazon nel 2008, comprato lo stesso anno a New York in una libreria di libri nuovi usati, scontati del 50%.
Bitcoin internals: scoperto casualmente navigando.
Piccolo manuale di autodifesa verbale: scoperto casualmente navigando.
Rewire: un tweet di un amico con sua recensione.
Thrive: L’autrice lo ha anticipato in un evento a cui ho paertecipato a gennaio.
The diary of a killer cat: scoperto casualmente navigando.
Supernotes: proposto dalle Pr digital di Mondadori con una email e un booktrailer.

Come la mettiamo caro libraio illuminato?

P.S.
Chiuso per Kindle l’ho letto in digitale e non su carta e l’ho comprato ovviamente online 🙂

* Link affiliato Amazon

Published in Formazione permanente Media & Social media

2 Comments

  1. Maria Petrescu Maria Petrescu

    Sono perfettamente d’accordo con te, Luca. Sembra quasi che si stia ripetendo lo stesso scenario visto nel caso dell’industria discografica, con i detrattori del digitale prontissimi ad affermare che nessun itunes genius avrebbe potuto sostituire l’acquisto nei negozi fisici.

    A me sembrano gli ultimi spasimi di un settore che continua ad essere impervio al cambiamento. Ma sarà forzato ad evolvere: i libri esistono da secoli e sempre esisteranno. Quello che cambierà sarà la forma, il mezzo, lo strumento, il supporto… ma il contenuto sarà sempre un bene prezioso che le persone possono essere disposte a pagare.

    Attaccarsi al “come” per principio o per nostalgia è da folli. My two cents.

  2. Concordo, in parte: come motore di serendipity la rete ha senz’altro parecchi indubbi vantaggi (anch’io vengo a conoscenza del 99% dei libri che leggo attraverso vari canali, ma quasi tutti in rete). Però la rete ha anche dei lati oscuri, e infatti trovo molto opportuno che tu abbia messo l’accento sul passaparola, piuttosto che sulla comunicazione letteraria “ufficiale” di siti e testate: senza fare complottismo, è un fatto che i principali blog / siti di divulgazione letteraria recensiscano tutti gli stessi problemi con le stesse parole, per dire. Direi che la rete “spontanea” (=i lettori su twitter o sui blog personali, per esempio) abbiano un valore di divulgazione autentica molto maggiore di testate culturali nazionali on line.

Comments are closed.