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L’attenzione, il bene più prezioso

L’attenzione, insieme al tempo, è il bene più prezioso che abbiamo. Tanto prezioso che spesso lo svendiamo o, ancora peggio, lo regaliamo! Sembra una follia, ma è la realtà quotidiana per milioni di persone che passano ore, per lo più davanti alla televisione o sui social network, consumando contenuti gratuiti in cambio di pubblicità. Lo scambio è vantaggioso? Ti sei mai posto questa domanda?

Sul tema sai come la penso. Leggere I mercanti dell’attenzione di Tim Wu mi ha confermato come questo tema sia oggi centrale. Dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri, Tim Wu traccia l’evoluzione della pubblicità dalla carta stampata fino al digitale, passando per radio e televisione. Metà del libro è dedicata all’avvento dei canali televisivi tematici (via cavo negli USA), fino all’arrivo di Netflix e dello streaming online.

L’attenzione ricercata sul web è raccontata con la storia di AOL prima e del social web poi, con l’avvento di blog, Facebook, Twitter, Instagram e di chi, usandoli, è diventato un mercante di attenzione (il suo pubblico in cambio di pubblicità a pagamento).

Spero che venga presto pubblicato in Italia e, se hai un minimo di confidenza con l’inglese, te ne raccomando fin da ora la lettura.

Il meccanismo con cui i social network ci rendono dipendenti è spiegato in maniera molto molto chiara.

the most effective way of maintaining a behavior is not with a consistent, predictable reward, but rather with what is termed “variable reinforcement”—that is, rewards that vary in their frequency or magnitude.

Gli aneddoti divertenti non mancano, come quello dell’ascesa dei talk show del pomeriggio e di Oprah Winfrey:

On one episode exploring the question “Does sexual size matter?,” Oprah memorably pronounced, “If you had your choice, you’d like to have a big one if you could. Bring a big one home to Mama!” Scandalous it may have been, but hers was soon the leading talk show in Chicago.

Ancora una volta, la parola d’ordine è una: consapevolezza.

If we desire a future that avoids the enslavement of the propaganda state as well as the narcosis of the consumer and celebrity culture, we must first acknowledge the preciousness of our attention and resolve not to part with it as cheaply or unthinkingly as we so often have. And then we must act, individually and collectively, to make our attention our own again, and so reclaim ownership of the very experience of living.

Da The attention merchants di Tim Wu

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Published in Formazione permanente Vivi meglio