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L’organizzazione dei contenuti è la nuova SEO

Stimolato dal Meetup WordPress Roma, ho accolto l’invito di intervenire a un loro incontro, con una conversazione sul tema “L’organizzazione dei contenuti è la nuova SEO“. Seguono le principali slide, con una breve nota a margine. Tutta la presentazione ha immagini di sfondo che richiamano il mondo del cinema.

L’ottimizzazione per i motori di ricerca è un tema in costante evoluzione. Produrre contenuti di qualità non basta più. Ciò che serve è organizzarlo in modo coerente, seguendo il trend del web semantico e dell’intelligenza artificiale.

La presentazione è suddivisa in quattro sezioni: scenario, il nostro mondo, come prepararsi e agire e le prossime sfide.

L’intelligenza artificiale è il tema su cui saremo, gioco forza, tenuti a confrontarci per tutto il 2017 e oltre. Il tema è centrale perché non è altro che, con le parole di Wikipedia, una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana. In parole povere significa che un computer è in grado di svolgere funzioni prima possibili solo con un intervento umano.

Il machine learning è esattamente l’applicazione dell’intelligenza artificiale con compiti specifici. Una macchina impara (learning) a svolgere una funzione, dopo che l’abbiamo allenata. Un esempio è il riconoscimento di una immagine o la traduzione di un testo, dopo che la macchina ha potuto analizzare immagini e conversazioni precedenti a cui fare riferimento per comprendere le successive.

Il content marketing resta al centro di ogni strategia di promozione e di marketing online. Lo scopo è quello di attrarre l’attenzione del potenziale cliente con contenuti che risolvano un suo problema o un suo bisogno. Un’alternativa resta quella dei contenuti che divertono e intrattengono, soprattutto se veicolati all’interno di ambienti ludici come i social network o Facebook.

Content marketing e machine learning hanno già trovato un punto di incontro in IBM THINK Marketing, un prodotto di IBM che applica al mondo del marketing la potenza di elaborazione di Watson, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da IBM.

Alcuni concetti chiave del mondo in cui viviamo, vanno sottolineati. Tra questi:

Il social web è il web che cresce più velocemente, sia in termini di contenuti pubblicati, sia in termini di tempo e di attenzione dedicati da parte degli utenti. Il blog è l’antesignano del social web e resta lo strumento principe per produrre contenuti da cui estrarre valore sul lungo termine. No alla mezzadria digitale!

Lo diceva Bill Gates nel 1996 e vale ancora oggi: il contenuto è re. Il contenuto di qualità è il punto di partenza di qualsiasi ragionamento che voglia attrarre l’attenzione del pubblico in rete.

Il contesto è regina vuol dire che l’ambito tematico in cui i contenuti si inseriscono e a cui si riferiscono è un elemento fondamentale per permettere al motore di ricerca (Google in Italia) di capire bene di cosa parla il tuo sito e classificarlo al meglio, anche in termini di rilevanza. Tutto ciò oggi non basta più.

Il web semantico è arrivato e si preparare a rivoluzionare il mondo dei contenuti online e il modo in cui Google ne determina la rilevanza.

Cosa fare quindi e come cavalcare questa onda?

La prima risposta da dare è ragionare su come organizzare i propri metadati, ovvero le informazioni che vengono lette dalla macchina e la aiutano a comprendere il contenuto della pagina.

La risposta successiva è ripensare l’architettura del sito, ovvero capire se il ragionamento fatto in precedenza su categorie e tag sia ancora valido oppure no. Se no, vale la pena riorganizzare i contenuti accorpando categorie e tag in maniera appropriata.

[bctt tweet=”i contenuti non sono solo social e non sono soltanto flusso” username=”pandemia”]

Nota a margine: non dimentichiamoci mai che i contenuti non sono solo social e non sono soltanto flusso. Per emergere nel lungo termine servono contenuti stock, che resistono nel tempo per la qualità dell’approfondimento.

Per ragionare in termini di metadati, il sito di riferimento per standard e applicazioni tecniche, che non puoi non conoscere, è schema.org.

Chi produce contenuti, metadati o no, non deve comunque dimenticare che i navigatori interrogano i motori di ricerca per avere risposte e il ruolo di chi produce contenuti è di soddisfare queste esigenze con contenuti appropriati, originali, utili.

Google sta evolvendo, cercando di dare risposte prima ancora che l’utente clicchi sul link di uno dei risultati. L’esempio di Sergio Mattarella è una risposta presa da Wikipedia alla domanda chi è il presidente della repubblica.

Un primo passo operativo in avanti per dare risposte è pensare oltre tag e categorie e ragionare in termini di web semantico.

Ragionare in questi termini genera ricadute di vario tipo, tutte positive. La prima è che diventa più facile rispondere ai bisogni degli utenti.

La seconda è che si finisce per creare un sito più coeso, che risulta più rilevante per i motori di ricerca, perché le parole utilizzate sono tutte riconducibili a un unico filo conduttore.

A cascata tutto ciò consente di potenziare le relazioni verso l’esterno, attraendo più facilmente link in ingresso da altri siti altrettanto rilevanti.

Un suggerimento finale che offro è di studiare e conoscere almeno le basi delle dinamiche del machine learning. Facebook a tal proposito ha creato un insieme di brevi video (in inglese) che spiegano ai non addetti ai lavori cosa è il machine learning e come Facebook lo sta applicando. Un esempio? Riconoscere cosa c’è all’interno di una immagine.

Quali sono le prossime sfide per chi produce contenuti online?

La più importante a mio avviso è soddisfare la ricerca di chi cerca con la voce. L’avvento di Google Assistant e Alexa sono un chiaro segno di come sta evolvendo il modo di cercare informazioni e di interagire con le macchine.

[bctt tweet=” entro il 2020 il 30% della navigazione online sarà senza schermo” username=”pandemia”]

Gartner prevede che entro il 2020 il 30% della navigazione online sarà fatta senza uno schermo, interagendo quindi con la voce. Non siamo troppo lontani dal 2020 e questo scenario potenzialmente può rivoluzionare le nostre vite.

Forse non saremo fuori da questa partita per molto, considerando che Amazon ha aperto lo scorso anno un centro di ricerca a Torino proprio per studiare la lingua italiana e l’integrazione in Alexa.

Seguono 3 plugin che credo possano essere utili a chi crea contenuti con WordPress e che uso da tempo.

Buon blogging!

 

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Published in Formazione permanente