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Innovazione e tecnologia: chi vince e chi perde nel 2017

prof Galloway

Finalmente è online la presentazione che Scott Galloway ha tenuto a DLD17. Il professore della New York University, con uno stile brillante, mostra dati succosi sulle grandi aziende del settore tecnologico e non solo, tracciando tendenze per il 2017. Tra le aziende di cui si parla ci sono i quattro cavalieri dell’apocalisse (Apple, Amazon, Facebook, Google), a cui si aggiungono Twitter, Netflix, Uber, Zara, FitBit, Snapchat e Spotity. A seguire ho tratto alcune delle slide più significative, commentandole.

search wars

Amazon sta conquistando i cuori (e il conto corrente) di chi cerca prodotti da acquistare online. Il fatto che Amazon abbia raggiunto una capitalizzazione da urlo e non smetta di crescere è dovuto anche a questo. I navigatori che cominciano a cercare da Amazon sono in salite, a danno dei motori di ricerca e dei competitor

Amazon è una profezia che si auto-avvera. Negli USA la percentuale di popolazione che vive a poco più di 20 miglia da un magazzino Amazon è quasi arrivata al 50%. In Italia, nel nostro piccolo, sta avvenendo lo stesso fenomeno, con un secondo centro logistico in via d’apertura. Cosa significa? Tempi di consegna più brevi e quota di merce acquistabile in rialzo (l’alimentare, il fresco e non solo). Notare anche la quota di Amazon Echo presente nelle case americane. Ti dice niente ricerca vocale?

Tutto ciò si riflette sull’aspettativa del mercato nei confronti del valore dell’azienda Amazon, che capitalizza più dei primi otto gruppi distributivi americani. Quello che è successo alle librerie per i libri venduti online, è destinato succedere per altre aziende che sono attive nel commercio.

 

Perché Amazon è così forte? Perché ha un algoritmo che ottimizza prezzo e disponibilità, analizzando i dati del comportamento e delle preferenze del cliente, come nessun altro soggetto del commercio è stato in grado di fare. Un vantaggio competitivo difficile da controbattere.

Snapchat apparentemente è tra i vincenti del 2017, con una crescita notevole della pubblicità nel 2016. Quale il problema di Snapchat? Facebook e, nello specifico, Instagram.

Facebook, con Instagram, è capace di copiare le funzioni di successo e dare loro una scala pari al numero di utenti di Instagram (oltre 600 milioni e in crescita). I numeri di visualizzazioni di cui sopra sono un esempio lampante di come i sonni di Snapchat siano tutt’altro che tranquilli per il 2017. La quotazione è prossima e suona, a mio avvio, come “prendi i soldi e scappa”, sulla cresta dell’onda. Il Prof. Galloway prevede che Snapchat tra un anno varrà la metà di oggi.

Zuckerberg è sempre stato bravo a cogliere le idee altrui vincenti e farle proprie. Le due dichiarazioni di cui sopra sulla centralità della fotocamera nella comunicazione personale sono un validissimo esempio in tal senso.

 

Facebook e Google dominano nella pubblicità online, negli USA, in Europa, in Italia. Cambierà qualcosa nel 2017? Probabilmente no.

L’interazione degli utenti con i post sponsorizzati su Facebook è in calo e più di un contenuto su sei tra quelli pubblicati dai gestori delle pagine è sponsorizzato. Facile che per continuare ad avere visibilità sul social network diventi sempre più necessario aprire il borsellino, per avere la stessa visibilità del passato.

[bctt tweet=”un contenuto su sei tra quelli pubblicati dai gestori delle pagine è sponsorizzato” username=”pandemia”]

Una delle prossime bolle destinate a scoppiare? La realtà virtuale. Le vendite nel 2016 sono state ridicolmente basse e nel 2017 non c’è nessun indicatore che dice come questo dovrebbe cambiare.


Un cambiamento importante sta avvenendo nel mondo della moda, dove il modello che permette un cambio veloce dei prodotti risulta vincente. A vedere chi sono i primi 3 brand globali nell’abbigliamento, in termini di fatturato, se ne ha conferma.

Zara è l’azienda vincente in questo comparto, capace di passare dalla produzione alla vendita in un tempo brevissimo, adattandosi al cambiamento strada facendo.

 

Altro vincitore è Spotify e il suo algoritmo, non ancora battuti da Pandora e da Apple Music che aumentano la concorrenza, con un prodotto non allo stesso livello.

Apple ha perso la sua centralità dall’avvento di iTunes e non è una novità. I numeri di Apple Music, seppur in salita, parlando chiaro.


Il quinto cavaliere dell’apocalisse è Netflix, con un tasso di crescita che non si arresta.

L’andamento del titolo in borsa di Netflix, in rialzo, è l’esatto opposto di Twitter.


Tra i potenziali perdenti ci sono alcuni unicorni, le grandi aziende non quotate che hanno valutazioni particolarmente elevate. Snapchat è uno di questi.

Tra i fenomeni citati dal Prof. Galloway c’è il sorpasso negli USA degli investimenti pubblicitari nel digitale a scapito della televisione. In Italia, tanto per dire come viviamo in un universo parallelo, Mediaset prevede i suoi ricavi pubblicitari in crescita di oltre 3 punti percentuali da oggi al 2020.
Tra i titoli perdenti nel 2016 e nel 2017 ci sono i produttori di stampanti 3D. Perché?

Secondo il Prof. Galloway esiste già una stampante 3D molto efficiente e si chiama Cina. Come dargli torto?

[bctt tweet=”Esiste già una stampante 3D molto efficiente e si chiama Cina” username=”pandemia”]


Chiusura con un altro perdente che conosco bene, FitBit. Secondo il Prof. Galloway il settore degli wearable ha dimostrato di non aver sfondato nei cuori dei consumatori ed è sicuro che il 2017 continuerà sullo stesso cammino. FitBit chiuderà? Staremo a vedere.

Il video della presentazione del Prof. Galloway a DLD 17.

Published in Web & Tech