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Addio del.icio.us, è stato bello

del.icio.us è stato per anni citato e stracitato come uno dei primi esempi di servizi di social web. All’epoca il social bookmarking era una rivoluzione. Niente più segnalibri confinati sul proprio browser. Benvenuti i tag con cui organizzare e categorizzare l’informazione dal basso (folksonomy, parola caduta in disuso). Proprio grazie ai siti taggati dagli utenti, dal motore di ricerca di del.icio.us era possibile, con efficacia, ricercare un sotto insieme categorizzato e ragionato del web, utilissimo per trovare risorse specifiche. Per anni ho coltivato un network di relazioni su del.icio.us, dai cui link salvati mi era possibile imparare qualcosa di nuovo sull’evoluzione del web in senso collaborativo. Non c’erano Twitter, né Facebook, né Slideshare, né LinkedIn, né Pinterest. Praticamente nulla o quasi, salvo Flickr e qualche piattaforma di blog.

del.icio.us, come Flickr, viene acquisito da Yahoo! e cade progressivamente in disgrazia. Gli utenti rimasti oggi sono una manciata. Del mio network di utenti esperti, ne ho trovati 5 che hanno salvato almeno un link negli ultimi 2 mesi. Tutti gli altri hanno abbandonato la nave, chi per Diigo, chi per Pinboard. Molti altri hanno semplicemente cambiato abitudine, caduti nel tunnel di Facebook, Twitter o LinkedIn. Notizia di qualche settimana fa è stata l’acquisizione delle ceneri di del.icio.us, nel frattempo passato in varie mani, senza cambiamenti sostanziali, da parte di Pinboard. Pinboard è nato espressamente, con un profilo minimalista, per rivitalizzare il concetto di social bookmarking quando del.icio.us ha fatto cadere la palla.

Da quest’ultima notizia, sono tornato a ragionare sui miei link, dispersi tra il vecchio profilo su del.icio.us, con le ortiche ormai, letti e archiviati su Pocket, messi da parte per lavorarci su Evernote. In qualche caso messi da parte su Feedly, dove leggo ancora molti feed RSS. Ho deciso di ridurre la dispersione e spazzar via un po’ di detriti digitali.

Il mio profilo del.icio.us, da qualche minuto, non esiste più. Disattivato per sempre. I link sono stati precedentemente esportati e importati su Diigo, la piattaforma che ho scelto per raccogliere l’eredità di del.icio.us. Visto che c’ero ho anche ottimizzato le pagine da leggere sparse in giro, azzerando l’accumulo su Feedly, riducendo quasi a zero la coda di lettura su Pocket, da cui ho esportato tutti i link archiviati, per farli convergere su Diigo. Ho interrotto tutti gli automatismi di alimentazione di Pocket con IFTTT, così da agire sempre con intenzionalità ed evitare accumuli inutili.

Il prossimo passo sarà quello di estrarre le (poche) pepite d’oro salvate negli anni dentro Diigo, così da organizzarle meglio e portarle dentro Evernote, dove risiede (idelamente) il contenuto di maggior valore. Possibile poi che smetta di usare Evernote (politica di privacy penalizzante) a vantaggio di Zoho Notebook, nuovo entrato nel mondo dei servizio di annotazione, non ancora maturo ma promettente. Non è un caso se sopra non vedi citati nessuno tra i servizi di Google e Microsoft. Non intendo più contribuire ai monopoli, sostituendo gradualmente tutti i servizi che uso già, evitando di usarne altri non usati prima.

Published in Esperienze