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Asimmetria

Titolo: Asimmetria

Autore: Lisa Halliday

Data: finito intorno a fine agosto 2019

Luogo di lettura: San Francisco, parco, casa, metro.

Pensieri: Il libro è diviso in tre parti. La prima e la seconda parte sono storie apparantemente slegate, fino alla lettura della terza parte. Per me anche dopo.

Altri libri: Non c’è un libro simile. Un libro che è più libri in uno. Fiction, ma anche autofiction.

Riflessioni: L’ho letto. La prima parte mi ha divertito, fino a che si è interrotta. Comincia un’altra storia, ancora più appassionante e poi finisce. C’è una breve terza parte che sembra slegata, ma non lo è. Evidentemente non ho letto con attenzione, ma ho recuperato con un paio di recensioni che mi hanno illuminato. Se un libro è nella lista dei migliori libri dell’anno (2018), un motivo c’è sempre.

Seguono alcuni passi sottolineati, che mi hanno colpito.

Tutto questo conferiva alla terra che si estendeva lì intorno un qualcosa di selvaggio, sconosciuto e fuori dalla portata delle vene d’acciaio della metropoli, la cui incessante intensità era sempre meno in sintonia con il sogno di Alice di condurre un’esistenza più contemplativa. Un’esistenza in cui avrebbe visto, visto davvero, il mondo, e avrebbe avuto qualcosa di nuovo da dire su quello che vedeva. D’altra parte, la quiete rurale poteva mai bastare a sopire l’ansia di chi non ha fiducia in se stesso? Sarebbe stata in grado di sopportare la solitudine per tutto il tempo necessario? La sua vita sarebbe stata in questo modo meno irrilevante di come le appariva adesso? E infine, tutto quello che avrebbe voluto dire lei non l’aveva già detto lui?

“Nora, mia dolce puttanella, ho fatto come mi hai detto, sporcacciona che non sei altro, e me lo sono menato due volte mentre leggevo la tua lettera… Sì, ora me la ricordo quella notte che ti ho scopata di culo per tutto quel tempo… Quella notte avevi una tale riserva di scorregge, tesoro mio, e io te le ho tirate fuori tutte a forza di fotterti: belle scorreggione lunghe e ariose, rapidi e vivaci scoppiettii, poi quei bei petini sconci e alla fine quel lunghissimo fiotto che ti è sgorgato dal buco. È meraviglioso scopare una donna mentre scorreggia e che ne molla una a ogni botta che le dai. Le scorregge di Nora le riconoscerei ovunque.”

“Ma che schifo,” disse Alice.

Alice cominciò a piangere.

“Tesoro, non c’è motivo di piangere.”

“Lo so.”

“E allora perché piangi?”

“Scusami. È che sei così carino con me.”

“Ma anche tu lo saresti con me.”

Alice annuì. “Lo so. Scusami.”

“Tesoro, smettila di scusarti in continuazione. La prossima volta che ti viene da chiedere scusa a qualcuno, mandalo invece a fare in culo. Okay?”

Tutte quelle passeggiate. Tutte quelle ore avvinghiati a letto. Certe volte mi chiedo se dietro il desiderio di nascondere un amante al resto del mondo non si celi il fatto che così è più facile nasconderci da noi stessi.

Published in Esperienze