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Dieta e stile di vita

The limitations of our busy lives. It might be possible to eat in a more balanced way, if only we didn’t have to work, or go to school, or save money, or travel by car, bus or train, or shop at a supermarket, or live in a city, or share a meal with children, or look at a screen, or get up early, or stay up late, or walk past a vending machine, or feel depressed, or be on medication, or have a food intolerance, or own an imperfectly stocked fridge. Who knows what wonders we might then eat for breakfast?

The way we eat now

C’è sempre una scusa per giustificare l’incoerenza dei comportamenti, soprattutto verso se stessi (autoinganno). Mangiare in modo bilanciato? Vorrei, ma, ma, ma. Ho vissuto mesi con una persona, cercando di smontare scuse di questo genere, facendo capire che l’incoerenza sarà anche umana e diffusa, ma non per questo è invincibile. Per come sono fatto io è una questione di identità e di pace con se stessi. Conta di più la propria salute o la scadenza del lavoro o qualsiasi altro pretesto?

Chi viene colpito da una malattia invalidante (o la morte), con una causa o concausa che deriva dallo stile di vita e dalla dieta, sul letto d’ospedale, di solito non dichiara che ne è valsa comunque la pena e la sofferenza, perché la scadenza della consegna del lavoro era più importante della propria salute. Perché dobbiamo renderci conto di ciò che conta, solo quando non lo abbiamo più? Non bastano le tragedie alle persone che ci vivono accanto nell’arco della vita? Domande retoriche, che non riesco a non pormi.

Sì, da quando ho deciso mesi fa, non solo di avere a casa una dieta vegana, ma di ridurre drasticamente il consumo, seppur limitato, di cibi processati vegetariani, ho cominciato a cucinare di più, cercare ricette, comprare nuovi ingredienti e nuove verdure, dedicare tempo alla cucina. Ho ridotto il tempo per altre attività, scrittura inclusa, ma ne è valsa la pena. Ho acquisito nuove competenze, ho una dieta ancora più varia, mi diverto a creare con le mie mani (battere sulla tastiera non è la stessa cosa, no) e ho ridotto anche il consumo di plastica e di emissioni di gas serra. La mia coscienza è limpida, almeno rispetto al contributo della mia dieta alla mia salute psicofisica e alla riduzione dei gas serra.

Sì, le nostre azioni sono soggette a vincoli; convenzioni e ingiustizie strutturali ne definiscono i parametri di possibilità. Il nostro libero arbitrio non è onnipotente – non possiamo fare tutto quello che vogliamo. Ma come dice Scranton, siamo liberi di scegliere tra possibili opzioni. E una delle nostre opzioni è quella di fare scelte coscienziose dal punto di vista ambientale. Non è necessario infrangere le leggi della fisica – e neppure eleggere un presidente verde – per scegliere un piatto vegano da un menu oppure privilegiare gli alimenti a base vegetale quando facciamo la spesa. E sarà anche un mito neoliberista attribuire alle decisioni individuali il potere supremo, ma non attribuire alle decisioni individuali alcun potere è un mito disfattista. Tanto le azioni macro quanto quelle micro hanno un potere, e quando si tratta di contrastare la distruzione del pianeta è immorale liquidare l’una o l’altra e proclamare che siccome non si può ottenere il massimo non si deve tentare di arrivare al minimo.

Possiamo salvare il mondo, prima di cena

Ora vado a prepararmi un succo estratto a freddo, con cavolo nero, per ridurre il mio colesterolo LDL.

Published in Vivi meglio