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Il vertice ufficiale di Kyoto delude

Con questo si chiude la serie (il pezzo delle brevi e lo speciale sulla festa delle oasi non li pubblico). Il prossimo numero di Naturalmente esce il 29 e 30 Aprile prossimi (riunione per i prossimi pezzi, martedì prossimo).

Il Terzo Forum Mondiale sull’Acqua si è chiuso con la dichiarazione finale per la quale “l’acqua è la forza trainante dello sviluppo delle nazioni”. Molti delegati avrebbero preferito un impegno per azioni politiche concrete invece della sottoscrizione di un documento troppo leggero, senza alcun riferimento, ad esempio, alla priorità della conservazione degli ecosistemi naturali d’acqua dolce. La conferenza ha chiesto una maggiore cooperazione alle nazioni per la condivisione delle risorse idriche e ha chiamato le Nazioni Unite a svolgere un ruolo di mediazione e di guida, insieme alle altre organizzazioni, del settore dell’acqua. Cinque i temi sui quali i ministri convenuti hanno deciso di intervenire gradualmente: gestione delle risorse idriche, acqua potabile, acqua per l’alimentazione e lo sviluppo rurale, prevenzione dell’inquinamento e mitigazione delle catastrofi naturali. Nessuna azione è stata intrapresa su temi controversi quali il degrado dell’ambiente e la costruzione di grandi dighe ad elevato impatto ambientale. La dichiarazione finale del meeting, al quale hanno partecipato 101 ministri in rappresentanza di 96 nazioni, manca pure di qualsiasi riferimento all’acqua come diritto fondamentale dell’umanità, come peraltro già approvato dalle Nazioni Unite nel novembre 2002. Un vertice fallimentare anche per la mancata definizione di un’autorità internazionale per il monitoraggio del percorso per raggiungere, entro il 2015, l’obiettivo sottoscritto in sede ONU di dimezzare a un miliardo il numero di persone che nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e alle cure sanitarie. L’Italia ha presentato al vertice un pacchetto di 40 azioni concrete per la protezione, la conservazione e la corretta gestione delle risorse idriche.

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