Ad un paio di mesi dall’iscrizione – grazie a Cristian per avermi contagiato – posso dire di essere molto contento di Twitter. Cosa è l’ho già scritto e non mi ripeto. Mi piace invece raccontare cosa è passato in questi 60 giorni circa.
Twitter permette di aggiornare il proprio stato e di vedere quello degli altri via SMS, messenger o web. Oramai sono abituato, soprattutto in orario d’ufficio, a tenere una pagina aperta su Twitter per buttare un occhio quando voglio lasciare una traccia o controllare gli aggiornamenti degli amici.
Dopo l’euforia iniziale i contributi sono scemati e c’è chi ne fa usi diversi: chi segue i propri amici e non lo usa per scrivere, chi scrive molto spesso, chi lo usa in casi estremi e chi invece partecipa ogni tanto. Qualcuno conversa in pubblico e qualcun altro usa anche i messaggi diretti (D e il nome utente seguito dal messaggio).
Ad oggi seguo i cinguettii di 104 amici, italiani e internazionali, conosciuti di persona e da web, e seguono i miei altri 183 utenti. Quanti lo controllino attivamente non è dato di sapere. E’ divertente però avere amici che quando ti contattano sanno se hai da fare oppure no o che ti chiedono ulteriori approfondimenti su qualcosa che ti è successo e che hai scritto su Twitter.
E’ molto efficace quindi nell’effetto comunità, nell’essere utilizzato come blocco note per link volanti, per raccontare esperienze appena vissute (un film visto, un incontro fatto, ecc.). Simpatico poi conoscere le abitudini che gli amici vogliono condividere con te. Chi si alza tardi, chi va a letto tardissimo, chi fa colazione con Buondì e chi va spesso a pranzo con clienti. Piccole quotidianità che altrimenti andrebbero perse o rimarrebbero sconosciute. Sai anche se un amico è malato e puoi inviargli un messaggio diretto di auguri. Puoi fare annunci di bebé in arrivo, come Scoble, oppure invitare 30 amici ad una cena offerta da uno sponsor ad un evento e raccogliere in 3 minuti 13 adesioni (Scoble, che ha più di 700 utenti che lo seguono). Divertente anche vedere le abitudini dei blogger intorno al mondo, con diverse culture, diverse abitudini e i fusi orari più disparati.
Da parte mia lo uso spesso per segnare stati d’animo momentanei, raccontare esperienze, segnalare argomenti prima ancora di scriverne qui. Un modo per stringere il rapporto con i lettori/amici, come il blog, anche personale, non può fare. Si può seguire anche con un feed RSS.
Twitter è qui per durare. E’ il primo mattone dell’everywhere messaging. Dove ci porterà è difficile dirlo, ma la strada è segnata.
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