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L’ebook spunta dalla Finanziaria 2009

Sarà contento Antonio Tombolini, alfiere del libro elettronico con la sua Simplicissimus Book Farm.

A quanto riporta Il Sole 24 Ore – sul sito del Governo e sul quello del Tesoro non c’è ancora nulla di preciso – nella scuola italiana arriva la rivoluzione del libro elettronico:

Dall’anno scolastico 2008-2009 scuole e università potranno adottare
libri di testo disponibili on line, gratuitamente o dietro pagamento
dei diritti d’autore. I libri di testo saranno prodotti nelle due
versioni, cartacea e on line scaricabile da internet. Il collegio dei
docenti potrà adottare solo testi forniti nelle due versioni.

A quanto pare, in fretta e furia in circa due mesi estate inclusa, gli editori italiani dovranno rendere obbligatoriamente disponibile la versione digitale insieme alla versione cartacea. Ci riusciranno? Ci sarà una proroga?

Indubbiamente se la cogliessero, gli editori italiani di libri scolastici/universitari potrebbero in poco tempo diventare pionieri in Europa (e non solo) del libro elettronico, gettando le basi per un rapido sviluppo del mercato dei dispositivi per leggere ebook con la tecnologia E INK, la migliore sul mercato, con effetti a catena su tutto il mondo dell’editoria.

Il cammino della manovra sarà da seguire con molta, molta attenzione.

LEGGI: La manovra finanziaria 2009-2011.

Published in Varie

14 Comments

  1. Già si erano sentite tempo fa voci del genere, se vengono confermate non farebbero altro che piacere, soprattutto se fatte nell’ottica di portare un reale risparmio a famiglie e studenti.

    D’altronde, i libri incidono per diverse centinaia di euro ogni anno, spesso solamente a causa di speculazioni delle case editrici (e di questi tempi ogni euro risparmiato è oro), per cui ben vengano gli eBook e progetti come it.wikibooks.org, che oltre ad abbassare i costi di fruizione della cultura e a portare benefinici all’ambiente, possono ridurre anche il livello di pirateria (quanti studenti, all’università, fotocopiano libri?) e, non da sottovalutare, possono finalmente rendere accessibili i contenuti ad utenti con problemi visivi, che spesso debbono ricorrere a ricopiature manuali dei testi degne dei frati del medioevo, a causa dell’ottusità delle case editrici.

  2. Stefano Stefano

    Sarebbe ora. Tutto il sistema dei libri di testo scolastici sembra vecchio di decenni …

  3. Ho paura che finirà tutto in una bolla di sapone, ma forse sono solo prevenuto.
    😉

  4. A me suona tanto di proclama, marketing.
    Concordo con Minciotti, su quali strumenti si leggeranno gli e-book? La dotazione IT delle scuole è adeguata, in termini sia di capillarità e tecnologia?

    Infine, nonostante la mia propensione hacker-geek, non ritengo, al momento, gli e-book adeguati per studiare.

    Certo, il futuro ci riserverà delle belle sorprese, device always-on, accesso incondizionato al sapere universale, a partire da wikipedia… ma questo è il futuro, per quanto prossimo, è il FUTURO.

    Il problema è che i ragazzi devono studiare OGGI e le famiglie hanno problemi di flussi di cassa OGGI.

  5. Come ha fatto ben notare antonio tombolini questa norma sembrerebbe essere degna di un gattopardo, ormai vecchio di mezzo secolo, ma perfettamente in forma.

    In particolare l’obbligatorietà della doppia edizione è allucinante: ci sarà mai un editore – italiano – che rilascerà gratuitamente la versione online di un suo testo, quando poi produce anche la cartacea a pagamento?

    A parole cambia tutto, nei fatti non cambia niente…..

  6. Caro Luca, mi dirai piuttosto di una cosa: il medium tecnologico con cui questi figli dovranno studiare quale pensi che sia, percaso un computer con su Windows Vista? E come faranno a studiare?
    Non si può pensare, miopemente, prima alla sella e solo poi al cavallo: ci vuole un incentivo sui lettori di e-book, e solo poi pensare al contenuto!
    Ma qui — in una norma dall’ottima ratio ma dalla inutile realizzazione, finora — non s’è fatto cenno alcuno al cavallo!

    Fallirà, ovviamente.

  7. I testi digitali esistono già.
    Ne diede annuncio Punto Informatico l’anno scorso qui:
    http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1963205&r=PI

    e tempo fa ho scritto una recensione trovate qui:
    http://faraona.wordpress.com/2008/04/03/libri-scolastici-digitali-qualcosa-si-muove/

    Penso anche io che la doppia edizione sia un’imbecillità, sia per il motivo rilevato da Nicola (esporre le case editrici all’obbligo della doppia versione è antieconomico), sia per un motivo legato ai contenuti: i testi digitali possono avere delle caratteristiche tecniche che li rendono interessanti e innovativi (la struttura e i link testuali), caratteristiche che non potrebbero essere utilizzate dovendo prevedere la versione cartacea.
    I testi che immagina il ministero quindi, non sono che testi classici su formato diverso, niente a che vedere (ne accenno anche nella mia recensione) con i testi strutturati appositamente per essere digitali.
    Questo non è un modo per fare innovazione, questa è solo bieca propaganda. Ci aveva già provato la Moratti, proponendo (voleva inserirlo nella finanziaria 2004) di permettere di adottare testi online. Cioè di permettere una cosa che non è mai stata vietata.
    Propaganda, quindi.

  8. I testi digitali esistono già.
    Ne diede annuncio Punto Informatico l’anno scorso qui:
    http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1963205&r=PI

    e tempo fa ho scritto una recensione trovate qui:
    http://faraona.wordpress.com/2008/04/03/libri-scolastici-digitali-qualcosa-si-muove/

    Penso anche io che la doppia edizione sia un’imbecillità, sia per il motivo rilevato da Nicola (esporre le case editrici all’obbligo della doppia versione è antieconomico), sia per un motivo legato ai contenuti: i testi digitali possono avere delle caratteristiche tecniche che li rendono interessanti e innovativi (la struttura e i link testuali), caratteristiche che non potrebbero essere utilizzate dovendo prevedere la versione cartacea.
    I testi che immagina il ministero quindi, non sono che testi classici su formato diverso, niente a che vedere (ne accenno anche nella mia recensione) con i testi strutturati appositamente per essere digitali.
    Questo non è un modo per fare innovazione, questa è solo bieca propaganda. Ci aveva già provato la Moratti, proponendo (voleva inserirlo nella finanziaria 2004) di permettere di adottare testi online. Cioè di permettere una cosa che non è mai stata vietata.
    Propaganda, quindi.

  9. Ho paura che finirà tutto in una bolla di sapone, ma forse sono solo prevenuto.
    😉

  10. Già si erano sentite tempo fa voci del genere, se vengono confermate non farebbero altro che piacere, soprattutto se fatte nell’ottica di portare un reale risparmio a famiglie e studenti.

    D’altronde, i libri incidono per diverse centinaia di euro ogni anno, spesso solamente a causa di speculazioni delle case editrici (e di questi tempi ogni euro risparmiato è oro), per cui ben vengano gli eBook e progetti come it.wikibooks.org, che oltre ad abbassare i costi di fruizione della cultura e a portare benefinici all’ambiente, possono ridurre anche il livello di pirateria (quanti studenti, all’università, fotocopiano libri?) e, non da sottovalutare, possono finalmente rendere accessibili i contenuti ad utenti con problemi visivi, che spesso debbono ricorrere a ricopiature manuali dei testi degne dei frati del medioevo, a causa dell’ottusità delle case editrici.

  11. Caro Luca, mi dirai piuttosto di una cosa: il medium tecnologico con cui questi figli dovranno studiare quale pensi che sia, percaso un computer con su Windows Vista? E come faranno a studiare?
    Non si può pensare, miopemente, prima alla sella e solo poi al cavallo: ci vuole un incentivo sui lettori di e-book, e solo poi pensare al contenuto!
    Ma qui — in una norma dall’ottima ratio ma dalla inutile realizzazione, finora — non s’è fatto cenno alcuno al cavallo!

    Fallirà, ovviamente.

  12. Stefano Stefano

    Sarebbe ora. Tutto il sistema dei libri di testo scolastici sembra vecchio di decenni …

  13. Come ha fatto ben notare antonio tombolini questa norma sembrerebbe essere degna di un gattopardo, ormai vecchio di mezzo secolo, ma perfettamente in forma.

    In particolare l’obbligatorietà della doppia edizione è allucinante: ci sarà mai un editore – italiano – che rilascerà gratuitamente la versione online di un suo testo, quando poi produce anche la cartacea a pagamento?

    A parole cambia tutto, nei fatti non cambia niente…..

  14. A me suona tanto di proclama, marketing.
    Concordo con Minciotti, su quali strumenti si leggeranno gli e-book? La dotazione IT delle scuole è adeguata, in termini sia di capillarità e tecnologia?

    Infine, nonostante la mia propensione hacker-geek, non ritengo, al momento, gli e-book adeguati per studiare.

    Certo, il futuro ci riserverà delle belle sorprese, device always-on, accesso incondizionato al sapere universale, a partire da wikipedia… ma questo è il futuro, per quanto prossimo, è il FUTURO.

    Il problema è che i ragazzi devono studiare OGGI e le famiglie hanno problemi di flussi di cassa OGGI.

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