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Le Web 3, perché non è stato tempo perso

Girando qua e là in cerca di feedback su Le Web 3 mi sono imbattutto in commenti e affermazioni che meritano una replica. Viste da casa, in poltrona, seguendo la diretta live dei lavori e leggendo il live blogging e quanto ne segue nei giorni successivi, le conferenze web appaiono strutturalmente diverse da come sono invece nella realtà. Allo stesso modo le motivazioni che spingono una azienda a spendere 1500 euro + IVA per partecipare ad un evento tale non sono quelle di qualcuno che decide di passare un paio d’ore ad assistere ad una conferenza a qualche chilometro da casa, gratis. Segue un lungo approfondimento sulle dinamiche di tali eventi, per chi vuole andare al di là dell’apparenza.

Il biglietto d’ingresso

Non c’è affatto da scandalizzarsi se una conferenza che raccoglie più di 1000 persone, con speaker e moderatori da tutto il mondo in gran parte facilmente avvicinabili, arrivi a costare nell’ultimo mese cifre del livello di Le Web 3. A dire il vero esistono conferenze con meno partecipanti (e meno networking) e un programma assimilabile, a costi anche doppi di questo (vedi SIMA in Svezia). Tra l’altro chi è venuto a Le Web 3 per incontrare gente (non per prendere un caffé insieme, ma per discutere di affari) ha certamente acquistato il suo biglietto ben prima, risparmiando anche più della metà del costo finale. Essendo in definitiva un evento business, per una azienda del settore che investe sulle relazioni, mettere in budget 1500 euro (detratti poi dal bilancio) è come prendere un caffé. Certo, in tempi di crisi si taglia e anche tali budget sono stati tagliati e gli effetti si sono visti chiaramente anche a Le Web 3. Il moralismo sul prezzo del biglietto è comunque sbagliato: una azienda che vuole incontrare potenziali partner, spende parecchio in viaggi (poco low cost), alberghi, ristoranti, trasporti. Nell’insieme, una trasferta a Parigi a Le Web 3 è senz’altro più conveniente che un giro per qualche capitale europea per incontrare le stesse persone, ognuna in una sede diversa.

Il networking dal vivo

Da più parti s’è notato che in plenaria a Le Web 3 quest’anno c’era poca gente e che chi c’era stava forse facendo altro. Non mi stupisce più di tanto tutto ciò, visto che chi partecipa ad eventi simili, lo fa veramente per incontrare persone con cui stringere una relazione professionale. C’è chi cerca un finanziamento per la propria startup, chi cerca società da finanziare, chi vuole intervistare persone e chi vuole promuovere un nuovo prodotto. C’è chi cerca fornitori o sviluppatori e chi cerca partner internazionali per un business già esistente. Le esigenze sono diverse e chi è interessato veramente a cogliere le notizie che possono cadere dalle labbre degli speaker sono forse solo i pochi giornalisti presenti in sala. Non è un caso se si sprecano coffee break, pausa pranzo, aperitivo e feste serali: sono questi i momenti più amichevoli per stringere un legame, da coltivare successivamente sui social network, di fronte ad un drink.

La notiziabilità dell’evento

C’è chi, legittimamente dal suo punto di vista, si è lamentato dell’assenza di cronache di contenuto dall’evento, mostrato quasi soltanto nella sua parte logistica/organizzativa. Una ragione c’è ed è molto semplice: quando non ci sono notizie, non si possono dare, se non inventandole e questo non è certo buon giornalismo. Quest’anno non ho scritto proprio nulla per una questione di salute, strettamente legata alla logistica dell’evento, ma per quel che ho potuto seguire di notizie non ce ne sono proprio state, almeno dal palco principale. Perché? Anche qui la spiegazione è semplice, ma articolata.

Gran parte delle sessioni sul palco rispondono ad esigenze che nulla hanno a che fare con l’informazione in senso stretto. Parte degli speaker sono gli sponsor dell’evento, come buona parte della prima mattinata dell’evento, che non veicoleranno un numero originale che sia uno, salvo annunci già concordati (vedi la toolbar di MySpace). In caso contrario non riveleranno nulla di nuovo e sfido a dimostrare il contrario. L’annuncio di Marissa Mayer, 24 ore prima del via, che Google Chrome sarebbe uscito presto dalla beta non è una notizia, se non per pochi fanatici di tecnologia.

Altre sessioni vedono sul palco personaggi di grandi aziende che l’organizzazione ha ragione di promuovere, o perché amici, o perché soci nello stesso business, o perché di società in cui l’organizzazione ha un interesse diretto. Basta andare a leggere le compagini azionarie delle società e dei personaggi presenti a Le Web 3 e si vedrà come il reticolo sia particolarmente intricato. Non vale per tutti certo, ci sono le eccezioni, ma ciò che ne rimane è spesso interessante ma non notiziabile, perché già letto probabilmente in rete.

Il contorno dell’evento

Il contorno conta, proprio perché è il contorno a favorire o a ostacolare il networking. Non è straordinario quindi leggere lamentazioni se fa freddo e se c’è poco da mangiare. Se non ho cibo per la pausa pranzo, significa che devo uscire dalla conferenza a procurarmene, perdendo l’occasione di interagire con i soggetti con cui volevo stabilire una relazione. Non è questione di tramezzini più o meno buoni, né di soldi da spendere fuori: chi viene a questi eventi non ha questi problemi. Il problema è il tempo e lo spazio. Chiaramente la qualità della vita per persone che frequentano questi ambienti ha un valore e Le Web 3, non a caso, ha sempre avuto un catering ottimo, che ha ben favorito le relazioni personali fino allo scorso anno.

…e il reporter (giornalista o blogger che sia)?

Chi viene con un accredito media, viene per documentare l’evento e, negli occhi dell’organizzazione, dargli visibilità. Le Web 3 non ha mai lesinato media pass, consapevole che più promozione c’è, più gente sarebbe venuta. Quest’anno l’ha capito così bene che ha coinvolto decine di blogger in anticipo, per avere visibilità dai loro spazi, in cambio di un pass gratuito. Che si racconta quando si è qui? Si racconta quello che succede: il VIP ospite, la moderazione del blogger o del giornalista famoso, l’incontro fatto davanti ad un caffé, la riuscita della festa serale, la startup che ci ha impressionato, ovvero tutto quanto fa vita vissuta all’evento. Da un punto di vista strettamente giornalistico la cronaca riportata, soprattutto se in diretta, non ha notizie in senso stretto, per le ragioni di cui sopra. Sono, nella migliore delle ipotesi, notizie interessanti riscaldate per chi non è molto aggiornato.

Tempo perso quindi?

Niente affatto. Non è tempo perso se si sa prima a cosa si va incontro e se si sa come funziona. Se spendessi 1500 euro per sapere il prossimo trend vincente del 2009, è chiaro che rimarrei deluso. Se vengo invece per incontrare persone già identificate, beh, l’investimento può dare i suoi frutti.

Se non ci sono notizie, qualcuno potrebbe chiedere, che ci viene a fare un giornalista? Il lavoro di giornalista è fatto di relazioni. Se a Parigi riesco a venire in contatto con persone autorevoli e ben introdotte nell’ambiente, è probabile che queste relazioni possano tornarmi utili successivamente per una intervista o un articolo su un tema specifico. Un investimento in networking anche da questo punto di vista, quindi.

Tutto ciò non toglie che ci si possa lamentare – se lo ha fatto il Guardian, sulle pagine del Guardian, non vedo perché non lo possa fare il sottoscritto che oltretutto ha pagato in termini di salute personale – se l’organizzazione non raggiunge uno standard minimo accettabile a livello internazionale. Le scuse finali dell’organizzazione sono un po’ dovute e un po’ ridicole: dovute per buona educazione (Loic ne ha ricevute ben peggiori, quali quella di aver usata la conferenza per fini politici e personali) e ridicole però perché incapaci di rispondere veramente alle critiche in maniera credibile e soddisfacente.< br>
Chi ha partecipato ad altre conferenze internazionali dello stesso livello sa che il cibo può essere garantito a tutti senza fatica (basta un buono da inserire nel badge), che il Wi-Fi può funzionare anche con centinaia di computer connessi contemporaneamente (Evento Blog Spagna 2008 è stato perfetto) e che il riscaldamento non è mai mancato, anzi.

[Il post è senza link di citazione per mancanza di tempo: non me ne vogliano gli autori che si dovessero sentire chiamati in causa, senza citazione]

Published in Media & Social media Varie

4 Comments

  1. lo stesso ragionamento, in Italia, viene applicato anche alle conferenze puramente tecniche dove le aziende che vivono di tecnologia preferiscono rimanere nel loro piccolo orticello e risparmia un migliaio di euro piuttosto che partecipare (in qualsiasi forma) ad un evento non gratuito.

    E’ una questione di mentalità puramente italiana che porta ad associare l’idea di ‘conferenza/evento’ ad una mera marchetta.

    Pertanto non gli si da nessun altro tipo di valore, che può passare dal linking (e quindi potenzialità per fare nuovo business) fino all’accrescimento culturale (e quindi capacità di offrire nuovi prodotti).

    mah…

  2. lisa lisa

    Ciao Luca,

    mi spiace, ma non sono affatto d’accordo con quanto affermi in merito a leWeb 3…non tanto per il networking che è un discorso che ci può stare, è vero si va a queste conferenze internazionali per incontrare un po’ di persone etc, quanto per il contorno, tu dici ospiti internazionali più di 100 persone i 1500 sono giustificati, beh secondo me proprio no…comunque sono punti di vista ti auguro buone feste e un felice anno nuovo

    Lisa

  3. lo stesso ragionamento, in Italia, viene applicato anche alle conferenze puramente tecniche dove le aziende che vivono di tecnologia preferiscono rimanere nel loro piccolo orticello e risparmia un migliaio di euro piuttosto che partecipare (in qualsiasi forma) ad un evento non gratuito.

    E’ una questione di mentalità puramente italiana che porta ad associare l’idea di ‘conferenza/evento’ ad una mera marchetta.

    Pertanto non gli si da nessun altro tipo di valore, che può passare dal linking (e quindi potenzialità per fare nuovo business) fino all’accrescimento culturale (e quindi capacità di offrire nuovi prodotti).

    mah…

  4. lisa lisa

    Ciao Luca,

    mi spiace, ma non sono affatto d’accordo con quanto affermi in merito a leWeb 3…non tanto per il networking che è un discorso che ci può stare, è vero si va a queste conferenze internazionali per incontrare un po’ di persone etc, quanto per il contorno, tu dici ospiti internazionali più di 100 persone i 1500 sono giustificati, beh secondo me proprio no…comunque sono punti di vista ti auguro buone feste e un felice anno nuovo

    Lisa

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