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Non sono più lo stesso e neanche questo blog

La riflessione giunge tardiva, ma la consapevolezza spesso richiede tempi lunghi. Dai primi anni in cui curavo con grande entusiasmo Pandemia, il vento è cambiato. Non posso negare che scrivere sul blog (non solo su Pandemia, come è facile evincere girare sugli altri a me intestati, personali e non) non mi diverte più. Alcune cose sono passate altrove e col tempo sono anche cresciute in quantità e qualità – segnalazioni di eventi, di link, di notizie, di stati d’animo, di incontri su Twitter, cronache quotidiane più o meno personali su Facebook – altre hanno cambiato luogo, forma e quantità. Non ho più voglia di commentare l’attualità spicciola e neanche di dare notizie in maniera più articolata, consapevole che la maggiorparte di chi mi legge conosce quelle notizie e le conoscerà in tempi brevi da Techmeme, Wavu, Wired.it o dagli amici su Twitter e Facebook che puntano alla fonte diretta internazionale. Per altre notizie c’è Nova, dove nell’ultimo periodo ho scritto tutte le settimane e che contribuisce anche al mio conto in banca in maniera diretta. Per la formazione ci sono incontri ad hoc, gratuiti e a pagamento, pubblici e privati, dove ho parlato in più di una occasione negli ultimi mesi. Ci sarebbe spazio per qualche opinione e qualche volta qualcuno me la chiede direttamente e finisce su un blog, su un giornale, in una intervista in radio o dentro una tesi di laurea. Forse la differenza sta proprio qua. Non più tardi di due, tre anni fa, Pandemia aveva un ruolo più centrale. Oggi il contenuto di Pandemia e la sua produzione hnnoa lo stesso volume (e presuntuosamente aggiungo la qualità) di parole, ma in forme diverse online, su carta, via etere, in privato o in libreria.

Questo mettere un punto non vuole essere una pietra tombale su Pandemia o sul blog come strumento, ma un avviso ai naviganti. Nei prossimi mesi con grande difficoltà Pandemia riprenderà ad essere quel che era anche pochi mesi fa. Probabile venga sommerso di aggiornamenti settimanali di Twitter, che hanno il pregio di sintetizzare momenti, link e contenuti in forma breve, facilmente digeribile anche in formato digest settimanale. Se ti dà noia, mi dispiace, ma al momento è quel che passa il convento. Non mai è a costo zero (il tempo è denaro), ma se ti va di seguire i miei punti di vista, le strade sono più di una: in libreria con Hoepli, in edicola con Il Sole 24 Ore (e presto anche su iPad), qualche volta in radio e tv, oltre a Twitter e Facebook in tempo reale o quasi.

Cosa altro è cambiato, oltre alla moltiplicazione dei flussi che non è certo una novità dell’ultim’ora? Due cose tra tutte: la voglia di vivere in prima persona invece di documentare e quella di consumare media invece di produrli. Sarò certamente in controtendenza, forse come reazione ad alcuni anni molto intensi, ma oggi preferisco partecipare ad un evento, viverlo intensamente, non lasciando tempo in quelle stesse giornate a tempo ritagliato per fare cronache live o differite. Certo, su Twitter ci son sempre, ma il l’impegno dedicato è molto inferiore a quello anche solo di un live blogging. Mi diverto poi molto di più a leggere ebook e libri (molti, molti di più), a vedere film e serie tv, che a seguire l’evoluzione della rete e tenerne traccia qui. Il fattore entertainment del curare il blog è sceso e la priorità è tale che il blog non vince mai dopo cena e si vede dai post che ho scritto recentemente!

La settimana che si apre è dedicata al Festival del Giornalismo di Perugia. Grande evento dove anche quest’anno sono stato invitato a dare un contributo. Lascio ai più curiosi scoprire ora e giorno dei miei interventi.

Buon Festival e… buon blogging!

Published in Esperienze

26 Comments

  1. Bella riflessione, Luca. Soprattutto gli aspetti del “consumo” vs. “produzione” e del “vivere” vs. “diffondere” (eventi in diretta blog, etc.).

    In bocca al lupo per la nuova fase. E’ un cambio grande davvero. 🙂

  2. Ciao Luca, credo che l’onestà e la sincerità con se stessi e poi con gli altri sia da apprezzare e si evince dal tuo post. Non credo debba preoccuparti, anche io mi sono accorto di avere esigenze simile e ormai scrivo solo quando ho qualcosa da dire o sono interessato a sapere come la pensano gli altri. Ma dedico molto meno tempo rispetto a prima.
    Spero di rivederti presto in qualche evento e fare qualche chiacchiera offline, senza commenti 😉

    un caro saluto

  3. La vita o si vive o si scrive, io non l’ho mai vissuta, se non scrivendola. (Luigi Pirandello pare la scrisse in polemica con Gabriele D’Annunzio)

  4. Luca e gli 8839 listeners del feed? E’ sempre un patrimonio, credo. O no?

  5. Ho scritto da qualche parte che chiudo Pandemia, Gigicogo? La risposta è no, quindi certo che si tratta di un patrimonio e non voglio dilapidarlo. Faccio solo di necessità virtù e ne parlo apertamente

  6. bravo… ma aspetto quel altro (blog? libro?) di Luca Conti come critico di cinema… 😉

  7. Da quando c’è il “Mi piace” l’interazione nei blog non è la stessa. “Mi piace” poi dire tutto niente, erano più divertenti i commenti di una volta. Cmq. ti do ragione, bisogna essere più dinamici e cambiare, migliorare, crescere!!
    In blog al lupo 😉

  8. in bocca al lupo!

    ps: commenti entusiastici da miei amici che hanno partecipato all’incontro ZOES a Novara 😉

  9. Buona vita Luca! Ci vediamo presto su qualche Freccia Rossa. 😉

  10. volentieri Luca, soprattutto per chiacchierare 😉

  11. Gianfranco, questa la capiamo in tre perché non sa nessuno 😀

  12. quindi sarei dannunziano? 🙂

  13. Buon proseguimento delle tue attività Luca. Le cose cambiano e cambiano anche le persone. Pandemia, rimarrà sempre un mito. A prescindere.

  14. Luca Conti Luca Conti

    troppo buono Stefano, grazie 🙂

  15. Bravo Luca, un post sincero e scritto col cuore… credo sia la dimostrazione che i blogger non esistono, esistono le persone 😉
    Oggi, chi più chi meno, ruotiamo tutti attorno a Facebook, tra due o tre, o cinque anni, chissà… ne prendano coscienza i tanti guru che di tanto in tanto pensano di scoprire l’acqua calda, per poi ritrovarsi sorprendentemente in ritardo quando i tempi cambiano per davvero 🙂

  16. No, al contrario pirandelliano. E la tua recente missione in Afghanistan credo lo testimoni bene.
    Secondo Pirandello, D’A ambiva a fare entrambe le cose e male:-)

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