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Non ti legge nessuno (o quasi) e qui c’è la prova

This is a histogram showing how far people scroll through Slate

Un recente articolo pubblicato da Slate merita di essere letto tutto, ma pochi lo leggeranno tutto, pochissimi. L’articolo gigioneggia un po’, ma ragiona su un tema importante: chi legge fino in fondo gli articoli che pubblichi? Più l’articolo è lungo, meno viene letto, ma quanto meno?

Slate è un magazine e pubblica articoli mediamente lunghi. Ciò non toglie che circa la metà degli utenti non supera la metà dell’articolo e circa il 10% non passa neanche alla seconda schermata. Sul pezzo altri dettagli e considerazioni.

La mia personale considerazione è di imparare a essere brevi e sintetici, il più possibile, ogni volta in cui sia possibile farlo. Due schermate, massimo tre se la grafica del menù fosse impegnativa, e nulla più. Il rischio è di parlarsi addosso e di perdere tempo. Tienine conto.

Seconda considerazione è che siamo così distratti da non riuscire neanche a leggere un articolo che ci interessa e ci incuriosisce. Convinzione che rafforza il mio impegno a cercare più concentrazione, riducendo notifiche e interruzioni varie.

Spero che tu sia arrivato almeno alla fine di questo post 🙂

Published in Media & Social media

11 Comments

  1. Interessante. Sarà da spunto per un articolo… corto logicamente 🙂

  2. bo bo

    Bon, leggi tutto (non è lungo, ce la si fa), scrivi qualche riga di commento, fai il login per inserire il commento e le quattro righe svaniscono nel nulla elettronico:
    Segno che non era poi così importante, quello che avevo scritto. Ma poi, tanto, chi li legge ancora, i commenti?
    I blog non sono morti ma i commenti sì.

  3. Io leggo anche i commenti, spesso contengono osservazioni intelligenti e utili.
    Penso che la sintesi sia un’ottima cosa, ma credo anche che abituarsi a esprimere concetti complessi in una manciata di parole sia diseducativo e dannoso.

  4. GSci GSci

    Se si vuol fare letteratura, si scriva come si vuole. Se si vuol far passare un messaggio, allora la sintesi deve essere spinta allo stato dell’arte.

  5. nunzia ciriello nunzia ciriello

    All’inizio , anche scrivere un tweet era diffcile non avevo mai il numero di caratteri che mi serviva .Cercavo di farci entrare tutto quello che pensavo .Era un po’come far entrare il piede di Genoveffa nella scarpetta di Cenerentola.Riscrivevo 1, 2 , 10 volte , lo cesellavo .Ci sono riuscita? Qualche volta accade Scusate , forse io no c’entro nulla qui , non sono una scrittrice , ma so ascoltare e leggo fino alla fine .

  6. FilippoCarnevali FilippoCarnevali

    Il link al 404 a fine articolo è un test per i lettori? 😛

  7. Dipende dal blog. Di alcuni leggo post e commenti (che spesso completano l’argomento in maniera interessante), di altri invece cerco semplicemente di coglierne il senso e la conclusione. Questi ultimi spesso finiscono per essere trascurati nel mio feedreader…
    Ciao,
    Emanuele

  8. Vero, ma gli articoli corti vengono condivisi di meno e guadagnano meno link. Quindi siamo nel bel mezzo di un dilemma: corto letto e non condiviso, lungo non letto ma linkato e condiviso?

  9. federica scarrione federica scarrione

    Letto fino alla fine 🙂 e sono assolutamente d’accordo!

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