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Stop ai profili social inutilizzati: addio Tumblr, Instagram e…

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Perché mantenere online contenuti propri, in piattaforme inutilizzate, che continuano a vivere anche quando non esistiamo più? Tempo di pensare al futuro dei propri contenuti online, a cominciare da quelli che non ha più ragione che restino dove sono. Con due click o poco più oggi ho cancellato il mio account su Tumblr e il mio profilo Instagram. A differenza di Facebook, dove il sistema congela tutto per 14 giorni, tentando di farti cambiare idea, Tumblr e Instagram non hanno fatto tanti problemi, seppur avvisando correttamente che tutto sarebbe sparito e che i nomi utente sarebbero diventati disponibili per altri.

Gesto meditato, compiuto rapidamente ma non con leggerezza. Avevo già trasferito tutti i miei 2000 e rotti post su WordPress e avevo pure esportato i blog seguiti su Feedly, non pubblicando più nulla su Tumblr da più di anno. Per Instagram vale un simile discorso. Le foto al 99% sono o sul mio pc o su Flickr e non uso più l’applicazione dal febbraio dell’anno scorso. Non che ci sia nulla di male nell’uso di Instagram, ma se devo pubblicare foto per segnare un momento, mi basta Twitter e non ho alcuna intenzione di moltiplicare i flussi o di “perdere” tempo a navigare tra le foto altrui. Nei ritagli di tempo preferisco consumare altri contenuti meno frivoli, mia scelta personale.

Ho cancellato anche circa 100 documenti su Slideshare, lasciandone per il momento altri 140. Valuterò prossimamente se non ci siano altre presentazioni ormai datate e inutili, neanche come memoria storica, che possono tranquillamente prendere la strada dell’oblio digitale. Percorso analogo è previsto per delicious, con una manutenzione dei preferiti, perché siano utili e non archiviati per i posteri, ma per me prima di tutto. Di Facebook ho già scritto: il profilo vecchio di 7 anni è ora disattivato e tra 10 giorni circa morirà definitivamente, con tutti i suoi contenuti e relazioni. Non ne ho bisogno.

Twitter fa storia a parte. E’ l’unico canale importante al di fuori dei miei blog e continuerò ad usarlo. Non credo però che serva a qualcuno, se non solo a Twitter, che rimangano online tutti i miei 19.000 tweet attuali. Sto meditando se salvarne qualcuno o se cancellare il passato in blocco.

Se presente continuo deve essere – lettura di Present Shock altamente consigliata – che lo sia anche per le piattaforme e per chi monetizza i contenuti. Gli storici possono sempre ricorrere alla biblioteca americana del Congresso, che ha un archivio permanente di tutti i tweet pubblicati dal primo giorno.

UPDATE Alla lista dei profili deceduti si aggiunge anche Friendfeed, sul quale mi loggavo ogni tanto per seguire le attività di un gruppo. Pensare che tra il 2008 e il 2009 Friendfeed era il primo sito che aprivo la mattina e l’ultimo che controllavo prima di andare a dormire, passandoci tranquillamente più di un’ora al giorno, tutti i giorni. R.I.P.

Published in Esperienze Media & Social media