La Stampa ha appena lanciato premium per leggere dal web gli articoli della carta stampata in un nuovo modello di abbonamento. Altri giornali usano questo sistema per valorizzare sul digitale i contenuti prodotti dalla redazione che cura l’edizione per la carta. Da tempo credo che questa non sia la strada per monetizzare l’informazione in digitale, se non per una quota parte.
Certo, fino a prima di internet, ogni lettore di carta aveva un suo giornale preferito, al quale era affezionato, comprandolo tutti i giorni o abbonandosi. I lettori più esigenti leggevano più di un giornale, spesso perché pagava qualcun altro (il datore di lavoro, l’azienda, ecc.) Far transitare questi lettori al digitale, con l’offerta del PDF fruibile dal proprio tablet o cellulare, sembra il primo passaggio naturale. Oggi siamo fermi a questo stadio o poco più, perché è questo che il lettore vuole, si dice.
A mio avviso la stragrande maggioranza dei lettori di giornali online, che in parte leggono anche il giornale di carta, è abituata a leggere singole notizie su più giornali. Più o meno affezionata ad alcune testate di riferimento, ma non a una soltanto, soprattutto se parliamo di chi legge tante notizie e passa tanto tempo a informarsi. Può essere appetibile per questo lettore un abbonamento, seppur scontato, a un solo giornale? Credo proprio di no! Se oggi quel lettore passa una frazione del suo tempo su ognuno dei giornali, come si può giustificare che paghi un abbonamento per leggere solo una parte di quei contenuti premium? Può un giornale oggi, per quanto autorevole, pensare di essere l’unica fonte a cui un lettore dovrebbe abbeverarsi? Non si giustifica e non si può pensare.
Quale risposta dare in alternativa al gratis o al muro a pagamento per singola testata? A mio avviso la soluzione perfetta è l’edicola, con tante testate e un unico abbonamento. Il lettore paga il suo abbonamento mensile, ma i ricavi si dividono tra le testate che legge, in base a quanto legge in ognuna. Un servizio simile esiste paradossalmente da anni, ma i giornali italiani hanno fatto il passo del gambero: prima lo hanno accolto, quando non c’erano i tablet, e oggi lo hanno abbandonato, quando invece è giunto il momento di spingerlo e usarlo.
Sto parlando di Pressreader, noto nel passato come NewspaperDirect. Pressreader è un sito web in HTML5, visibile da qualsiasi browser, app dedicate per i principali dispositivi, con un servizio che offre testate (giornali e magazine) da ogni angolo del pianeta. Le testate in italiano sono solo 18 su 2461 in tutto il mondo e comprendono Il Tempo e Libero. Una volta c’era il Corriere della Sera e altre, ma poi hanno deciso di fare da sole e non si trovano più. Nel frattempo il progetto di Edicola Italiana esiste sulla carta e non è mai decollato, se mai decollerà.
Pressreader consente di sfogliare il giornale impaginato, aprire i singoli articoli con il testo ottimizzato per lo schermo del dispositivo e permette perfino di tradurlo! Ha una impaginazione per sezioni in cui sono raccolte le testate di ogni singolo paese in base agli articoli più interessanti o più rilevanti in base alla gerarchia del giornale.
Ti invito caldamente a provarla perché consente una lettura gratuita di qualche articolo di prima pagina di tutte le testate, oltre a un periodo di prova.
Se le testate italiane fossero un po’ più aperte a sperimentare e investire nel futuro, sono certo che anche questa diverrebbe un modo aggiuntivo di monetizzare i propri contenuti premium.