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#unlibroèunlibro ma non a Bruxelles

Dalla Stampa di oggi apprendo che la campagna per equiparare ebook e libri sarebbe fallita, per l’opposizione di:

Commisione, britannici, nordici e centroeuropei hanno detto «no» a Roma e Parigi, mentre i tedeschi hanno fatto tattica e non si sono pronunciati.

Il pianto dell’industria è già cominciato però:

L’Associazione italiana Editori teme che l’Iva normalizzata geli un mercato digitale che decolla a fatica: era il 3% del totale nel 2013, è salito al 5% nel 2014

Ti sei chiesto come mai la campagna #unlibroèunlibro sia partita solo qualche settimana fa, nonostante l’editoria digitale sia una realtà, piccola o grande non importa, da qualche anno? Il motivo è citato nell’articolo stesso:

un libro venduto a un residente italiano è attualmente tassato al 3% lussemburghese, ma da gennaio passerà al nostro 22.

In pratica gli editori italiani, vendendo attraverso Amazon, fino al 31/12/2014 porteranno a casa un extra profitto. Se un libro costa 9,90 €, tolta la percentuale del 30% che va al negozio, se l’ebook è venduto da Amazon l’editore oggi incassa 6,73 € e domani ne incasserà 5,68. Amazon ha più del 50% del mercato in Italia. Fino a che questo giochetto di Amazon in Lussemburgo faceva comodo, nessuno si è mai stracciato le vesti sull’IVA al 22% per gli ebook, nel salotto buono dell’editoria. Avvicinandosi il primo gennaio 2015, la paura è salita.

Se la campagna fosse partita al tempo dell’ipotesi francese di equiparare l’IVA su carta e libro, ora realtà, forse al tavolo di Bruxelles il potere negoziale sarebbe stato altro, chi lo sa?

Se l’ebook in Italia è al palo, certamente le ragioni sono molteplici, ma gli editori non possono certo dire di averci mai creduto fino in fondo, anzi. Chi è causa del suo mal…

Ebook sulla Stampa

Published in Formazione permanente