L’AIE, l’associazione degli editori, ha diffuso alcuni dati sul mercato editoriale in Italia nel 2015. Dal comunicato ho estratto i dati relativi agli ebook.
La lettura di e-book rallenta nel 2015 (elaborazioni Ufficio studi AIE su dati Istat, -5,6% = 277.000 persone in meno) ma continua a riguardare una parte di popolazione italiana sostanzialmente stabile di 4,5-5milioni di persone. […] Anche la lettura di e-book tra i 15-19enni è quasi il doppio (15,3%) rispetto alla media: 8,2%.
Gli editori hanno pubblicato nel 2015 62.250 (elaborazioni Ufficio studi AIE su dati IE – Informazioni Editoriali) diversi titoli in formato cartaceo, a cui si aggiungono ben 56.727 titoli in digitale: gli ebook rappresentano il 91,1% delle novità pubblicate nell’anno.
La vendita di ebook nel 2015 ha raggiunto, secondo le stime dell’ufficio studi AIE, i 51 milioni di euro: il 4,3% delle vendite trade.
Ciò che sembra chiaro è che l’ebook ha interrotto la sua crescita. Il mercato del’editoria si è rivelato, almeno in Italia, conservatore sia sul lato della domanda, sia sul lato dell’offerta. Del resto i lettori forti, quelli che leggono almeno un libro al mese, sono quelli che sono e chi legge un libro all’anno o poco più, perché dovrebbe comprare un ebook reader?
Buono il fatto che quasi tutte le novità ormai escano nel doppio formato, segno che gli editori hanno capito che devono esserci, seppur ci sarebbe da discutere sulla politica di prezzo. 4,3% di fatturato del digitale, comparato con il resto d’Europa, Regno Unito, Stati Uniti, ci posiziona al terzo mondo o dietro. Credo che il Brasile abbia tassi di penetrazione superiori.
Gli amici di Streetlib, commentando queste cifre, sarebbero subito pronti ad aggiungere che questi dati non comprendono tutti gli ebook del selfpublishing, che parzialmente vengono pubblicati senza ISBN e quindi sono difficili o impossibili da tracciare, compreso Amazon che non pubblica i suoi dati e che viene solo stimato da Nielsen nel suo valore intero, sulla base della vendita dei grandi editori (supposizione mia). Tutto vero, ma non credo cambi di molto la situazione.
Il libro digitale non ha avuto in Italia l’impatto che ci si poteva immaginare qualche anno fa e non credo che nel 2016 cambierà nulla. Se il lettore medio continua a preferire la carta, non c’è ragione per cui qualcuno gli faccia cambiare idea e lo stesso lettore medio non è esposto al selfpublishing più di tanto, se non forse navigando su Amazon, ma c’è da considerare che le librerie online contano per il 13,9% del mercato dei libri, ebook esclusi. Ciò significa che oltre l’86,1% dei lettori non ha contatti con il selfpublishing, salvo per ciò che viene catturato dai grandi editori e ripubblicato (vedi 50 sfumature).
Da lettore forte considero questo scenario una iattura. L’Italia resta indietro sull’ennesimo mercato digitale e non ha colto l’opportunità del digitale per promuovere la lettura su un nuovo pubblico di lettori, soprattutto giovani, se non marginalmente.
condivido tutta l’analisi, additando l’indice con chi ha creduto di poter guadagnare vendendo a prezzi ridicoli perche’ l’ebook poteva costare meno.
Tuttavia resta il settore della consulenza / formazione che permette di vendere a prezzi giusti, a 3 cifre. E’ il mercato che tuttavia si e’ contratto in generale e anche per questa fascia di prezzo.
Sarebbe formidabile vendere piccoli capitoli con micropagamenti, ma … sappiamo.
Resta quindi il gap tra un mercato piccolo e uno internazionale in inglese che potrebbe dare piu’ soddisfazione se assistito da marketing internazionale vero. Chi ci ha provato ha visto che e’ drogato anche li’ e per emergere bisogna fare … troppo.
Parallelamente nessuno riesce a impaginare contenuti trovando il giusto valore sulle dimensioni di uno smartphone.
E comunque autori non si diventa dall’oggi al domani. Il self publishing non trova tanti autori perche’ gli autori sono pochi e tra quei pochi pochissimi pensano ad un minimo di marketing.
Soluzione ? Concordo con il termine iattura. Ma qui bisogna reinventare anche il ruolo dei blog, se e’ per questo, cominciando a pensare strumenti con finalita’ e metodi diversi.
Senza dimenticare la droga di facebook dove non e’ possibile non essere perche’ le persone ci passano il 95% del tempo dedicato agli smartphone, se non ricordo male. Figurarsi avere un ecommerce per vendere su mobile, e farlo usare da mobile.
La soluzione corre risolvendo questi problemi, credo.
Come non condividere le tue perplessità e disillusioni, Luca? Da autore ‘tradizionale’ e self-publisher, in cartaceo e digitale, faccio almeno il possibile per mantenere le differenze che tutti dovrebbero rispettare (parlo degli editori tradizionali) riguardo alla differenza di prezzo fra libro ed ebook, almeno nei titoli auto-pubblicati (per gli altri non posso farci nulla). Per il resto, l’Italia è ormai esperta nel ‘perdere il treno’, quando si tratta di innovazione, per fortuna ci sono realtà come Narcissus, che tu giustamente menzioni, che fanno concretamente qualcosa per sensibilizzare e coadiuvare l’evoluzione naturale dell’ebook e del self-publishing. Che dici, continuiamo a sperare?