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Gioco, partita, incontro: Google e Facebook hanno vinto la partita della pubblicità

I grandi diventano sempre più grandi fino a diventare monopoli in rete. Sta succedendo per Google (ricerca), Facebook (social network), Amazon (ecommerce) e Apple (profitti dell’hardware mobile). Google e Facebook generano la quasi totalità dei propri ricavi dalla pubblicità ed è questa, in breve, la ragione per cui tutte le piattaforme che competono per la pubblicità in rete stanno continuando a perdere valore.

Ben Thompson è uno degli analisti più lucidi nell’analizzare quanto sta avvenendo. Ti invito a leggere il suo articolo sull’argomento con molta attenzione (e a seguire i link dei suoi articoli precedenti). Cosa sostiene Thompson?

Google e Facebook, soprattutto Facebook, hanno in mano le chiavi della pubblicità che transita verso il digitale. Le ragioni per cui si investe in pubblicità sono tre: far conoscere il prodotto, farlo considerare come potenziale acquisto e farlo comprare. Google e Facebook hanno costruito e stanno costruendo un sistema integrato in grado di soddisfare le esigenze degli inserzionisti pubblicitari per tutta la catena, in maniera efficiente, veloce, semplice, conveniente. Entrati nel meccanismo, risultati alla mano, gli inserzionisti disinvestono altrove e aumentano l’investimento in Google e Facebook. Sono i numeri a dirlo. Le quote di mercato crescono, insieme ai ricavi.

Twitter, LinkedIn, insieme a Yelp e Yahoo!, soffrono perché il mercato non crede più che questi siano in grado di restare rilevanti sul lungo termine nella competizione contro Facebook e Google dei dollari (e degli euro) investiti in pubblicità. Oggi tutti crescono perché i dollari si spostano dalla carta all’online, ma il gioco è a somma zero. Uno vince e gli altri perdono. Gli investitori hanno fatto crollare Twitter e LinkedIn, riducendo progressivamente la fiducia su Yahoo! (da tempo ormai) e Yelp, esattamente per questo motivo e non c’è rilancio dei prodotti che possa far invertire la tendenza. Il mobile sta spostando il vantaggio su Facebook a danno di Google, schiacciando tutti gli altri.

L’analisi di Thompson mi sembra molto bene argomentata e credibile.

I potenziali competitor sono altri, come ad esempio Snapchat. Su questo ci sarebbe da fare un ragionamento a parte: l’Italia è quasi completamente fuori da queste tendenze. Chi usa Snapchat in Italia? Nessuno o quasi.

Published in Web & Tech

One Comment

  1. I quotidiani si sono fatti il loro centro servizi pubblicitari, escludendo gli altri…

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