Da persona che scrive professionalmente, mi piace leggere libri che suggeriscono come scrivere meglio. Questione di virgole è uno di questi. L’ho appena cominciato, ma promette bene:
Ma perché la punteggiatura è così sfuggente?
Nelle scuole primarie e secondarie, di interpunzione nessuno se ne vuole più occupare, all’università si scrive (e si corregge) sempre meno e pure chi dovrebbe dare il buon esempio, cioè giornalisti e scrittori, ha i suoi problemi.
La punteggiatura, come la dizione, sembra un accessorio da affidare al proprio istinto. Si ragiona «a orecchio» o, come si sente spesso dire, in «base alla respirazione».
La scrittura elettronica, ma anche quella dei periodici, sta contribuendo alla Grande Semplificazione. I catastrofisti dicono che rimarremo solo con il punto (o «soli con il punto»). Più che una scrittura telegrafica è un ritorno al telegrafo.
Questo libro tenta di fare chiarezza. Con semplicità e metodo, e la guida di mirabili scrittori, vengono illustrati gli usi corretti ed errati di virgola e punto e virgola, a partire da casi reali tratti da romanzi, saggi, periodici, ma anche da testi incrollabili come le leggi dello Stato, o effimeri, come la paccottiglia cartacea ed elettronica che ci si manifesta davanti tutti i giorni.