Se c’è un fallimento evidente nel mio 2018 è stato ricadere nella dipendenza da smartphone, seguita da quella da WhatsApp. Complici i numerosi viaggi, in cui lo smartphone diventa il modo pià efficiente per comunicare, informarsi, gestire carte d’imbarco e biglietti, documentare il viaggio e orientarsi, sono ricaduto nel tunnel. Sono tornato a controllare lo smartphone per prima cosa la mattina, portandolo in bagno per rispondere ai messaggi della notte (ho amici che vivono su altri fusi orari), per controllare le ultime notizie. Per poi consultarlo a colazione, leggendo qualche notizie generalista, sfogliando qualche quotidiano in PDF preso da Telegram (su Telegram c’è tutto) dal dopo elezioni 2018 in poi.
Negli ultimi giorni ho deciso di prendere le dovute contromisure. Grazie alle nuove funzioni di APEX, il mio launcher Android, ho nascosto tutte le app che voglio limitare e di cui posso fare a meno, ma che erano una tentazione: Instagram, Twitter e diverse altre.
Il vero problema è però WhatsApp. Pur avendo disabilitato suoni e vibrazioni, ho deciso di azzerare anche la notifica silenziosa di nuovi messaggi, perché prendendo il telefono in mano per fare altro, finivo per andare a vedere e rispondere ai messaggi, in qualsiasi momento della giornata (eccetto al cinema!!) La misura estrema che ho adottato ieri, per cominciare bene l’anno, è stato disabilitare tutte le notifiche da WhatsApp. Tutte tutte. L’obiettivo è quindi quello di controllare la presenza di nuovi messaggi per 3-4 volte al giorno, almeno quando sono a casa e non ho la necessità di gestire relazioni in viaggio. Stamattina non ho controllato la presenza di messaggi fino alle 9 passate e poi intorno alle 13 e alle 17. La sensazione iniziale è esattamente il FOMO, ovvero la paura che mi sto perdendo qualcosa. E se qualcuno mi ha scritto e ha bisogno di me? Tutto in realtà è gestibile in maniera più rilassata e meno real time.
Considerando che WhatsApp è l’app che uso per circa il 40-50% del tempo passato sullo smartphone e che è il motivo del maggior numero di sblocchi del telefono, ridurre WhatsApp significa tornare in carreggiata, riprendere tempo per altri obiettivi prioritari che voglio curare. L’amico Giuseppe la chiamerebbe manutenzione. Curare le relazioni resta un obiettivo prioritario, magari più con brevi telefonate che con chattate infinite.
Neanche a dirlo poi, WA è l’unico ambiente all’interno del perimetro di F. in cui sono ancora attivo. Ridurne l’uso significa immunizzarsi all’imminente sbarco di pubblicità dentro WA, previsto per questo mese, all’interno della sezione Stato, che per questo ho eliminato da tempo dalle mie abitudini.
Anch’io fatico a rimuovere Whatsapp. Purtroppo è il mezzo di messaggistica più diffuso. In famiglia ho fatto adottare altro ma è difficile rimuovere l’applicazione. Come nel tuo caso, è l’unico prodotto Facebook di cui faccio parte.
Hai provato Signal? Installalo, anche se magari hai 3 contatti. L’unico modo per favorire certe applicazioni con un occhio alla privacy è… iniziare ad usarle.
Ciao,
Emanuele