Un paio d’ore a fare pulizie sull’archivio di questo blog (-300 post inutili), scopro che la consapevolezza crescente verso l’abuso social e la necessità di un riequilibrio del tempo passato a consumare media data almeno 7 anni fa. Da allora ne ho scritto in tempi diversi, tra alti e bassi, con alcuni temi ricorrenti:
- F. è stato lo strumento che ha generato più dipendenza, insieme a FriendFeed;
- Twitter ha visto un innamoramento e un’affezione che si è trasformata poi in dipendenza, fino al distacco, avvenuto con difficoltà;
- La consapevolezza del tempo perso a cercare relazioni online è andata di pari passo con il tempo dedicato alle passioni, film e libri in primis, con un miglioramento notevole della qualità della vita;
- Il tutto, negli anni, ha visto alti e bassi, buoni propositi e ricadute nel tunnel, come logico quando si tratta di dipendenza.
A distanza di anni, leggo tutto con un sorriso, ma non è stato per niente facile accettare il fatto che ridurre il tempo social avrebbe voluto dire una riduzione delle mie interazioni quotidiane con (presunti) amici digitali. Nel 2012 mi facevo alcune domande:
Se non lavorassi con questi strumenti, che per me sono certo parte delle relazioni personali, intrecciati però con le relazioni professionali, probabilmente mi prenderei un periodo sabbatico di black-out totale. Un po’ per vedere l’effetto su di me (soprattutto senza Facebook), in termini di tempo liberato, di cambio di prospettiva e per vedere l’effetto sugli altri. Quanti se ne accorgerebbero? Quanti mi verrebbero a cercare con canali diretti? Quanti mi seguirebbero in questa pausa? Che fine farebbero i legami deboli? Dovendo lavorarci, il massimo che posso fare ora è ridurre al minimo le condivisioni di carattere personale, privilegiando quelle di carattere professionale, riducendo tempo online sul social web e contenuti condivisi.
La risposta è stato un azzeramento quasi totale di queste relazioni. Ne sono rimaste pochissime ed è stato soltanto un bene. Ho liberato spazio mentale da dedicare all’approfondimento di altre relazioni, coltivate nel tempo, e oggi posso dire di trarne i frutti.