Skip to content →

Dei genitori che pubblicano foto di figli

Non ho mai capito i genitori che pubblicano online foto dei propri figli minorenni.

As Facebook turns fourteen, with Twitter, Instagram, and Snapchat following closely behind, it’s a pivotal time to be thinking about children’s rights online. Over the years, parents around the world have shared posts about their children, from first steps to tantrums to hilarious moments (“Charlie bit my finger!”). Kids who are now old enough to have their own social-media accounts—the minimum age for a Facebook is thirteen—have likely had most of their lives documented and curated online, largely without their permission or input.

What some now call “sharenting” began well before we really knew the potential impact of social media. In the past few months, I’ve wondered how my sharing photos of Leo might affect him now and in the future—and how holding back might affect me. Maybe the problem with sharenting, I’ve realized, is that it’s far more about the parents than it is about their kids.

https://thewalrus.ca/stop-mom-youre-embarrassing-me/

Published in Media & Social media

5 Comments

  1. È perché non sei un genitore (che io sappia). 😛

  2. Più seriamente la vicenda è controversa.

    A me piacerebbe lasciare la porta di casa e le finestre aperte d’estate per evitare, ma non posso perché entrerebbero i ladri. Ma sono passato in visita in paesini dell’entroterra o di regioni lontane dalla mia (la tua) dove questo è ancora oggi possibile.
    Allo stesso modo mi piacerebbe condividere con te, amico mio, la foto di mio figlio che fa il pagliaccio usando i filtri di Snapchat e dimostra come cresce consapevole di se stesso, ad ogni video più cosciente del gioco e delle possibilità al suo cospetto. Ed invece mi devo limitare perché qualcuno potrebbe fare qualcosa di illecito e non appropriato.

    Allo stesso modo della fiducia, vogliamo vivere in un mondo che ti da fiducia fino a prova contraria o nel suo contrario? Il buon senso direbbe la seconda, ma il mio cuore e il mio desiderio vorrebbe vivere nel primo.

    Ciò detto nel mio caso particolare ho deciso di limitare il numero di foto che pubblico sui vari social: Flickr, Instagram Faccialibro

  3. Capisco il tuo punto di vista Nicola. Ciò su cui ci sarebbe da dibattere, secondo me, è se il figlio in questione sarebbe o meno contento di avere internet popolata di sue foto, senza un suo esplicito consenso. Pur nella buona fede del genitore e nella limitazione della visibilità delle immagini pubblicate. Dall’articolo si evince che può succedere che il figlio non voglia. Quale interesse dovrebbe prevalere? A mio avviso quello del figlio.

  4. Tra un po’ avremo qualche maggiorenne che potrà raccontarci come, nella realtà di una persona adulta, l’aver visto condividere dai propri genitori le sue foto lo abbia influenzato positiviamente o meno nella vita. Mi aspetto di leggere un po’ di casi e farmi un giudizio più completo. Al momento, come detto, pubblico con moltissima auto-censura. Sicuramente è un tema a cui presto sempre attenzione e verso il quale sto cercando di tenere un atteggiamento “aperto” nel giudizio.

  5. Genitore anch’io, non ho mai pubblicato fin ora alcuna foto di mia figlia fino ad esso. Neanche quand’è nata. La sua libertà passa anche dal non essere “dipinta” con una storia costruita dai miei occhi/filtri.
    Certamente gioca un suo ruolo la mia preoccupazione verso l’uso illecito di tutti i materiali pubblicati online.
    Sarà lei, quando vorrà, a decidere come e cosa mostrare di se stessa. Gli amici riescono a vederla crescere ugualmente ed esistono canali sicuri e privati per condividere dei momenti buffi.
    Imho, i bimbi sui social sono trofei dell’orgoglio paterno.
    Ciao,
    Emanuele

Comments are closed.