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Lavoro distribuito, mondo della scuola e strumenti

In queste settimane diverse organizzazioni si trovano a dover lavorare attraverso internet e non più tutti insieme (appassionatamente) dall’ufficio. Anche il mondo della scuola si è trovato abbastanza impreparato, a quel che sento, nell’adottare strumenti di lavoro distribuito (distributed working, che suona meglio di remote working, che implica erroneamente un centro e una periferia).

La cosa che mi fa rabbia è l’adozione acritica delle piattaforme di Microsoft e di Google, semplicemente perché sono state offerte gratuitamente. Un adulto dovrebbe sapere che nulla è gratis e che se Microsoft e Google regalano strumenti al mondo della scuola è perché ne hanno un vantaggio in termini di promozione del marchio su un pubblico che un giorno si troverà a scegliere e pagare per software e servizi con cui lavorare. La scuola dovrebbe essere la prima organizzazione ad adottare strumenti open source, che spesso sono gratuiti. Perché non li adotta? Perché è più facile mangiare la pappa pronta, soprattutto quando manca la cultura e la conoscenza, oltre che la competenza, nel valutare e nell’adottare strumenti e piattaforme. Neanche a dirlo, il genitore medio è altrettanto ignorante e non può certo essere lo stimolo per il mondo della scuola, se non come eccezione che conferma la regola. Il tutto è molto triste e deprimente, perché le alternative esistono eccome.

https://puri.sm/posts/our-essential-list-of-free-software-for-remote-work

Published in Esperienze

One Comment

  1. Alessandro Alessandro

    Luca, oltre al fatto che sono d’accordo con te circa il contenuto del post, voglio davvero ringraziarti anche per il preziosissimo link che hai messo alla fine.

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