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Repubblica scende a 71.000 copie cartacee individuali, nei giorni feriali a Marzo 2022

I dati ADS di Marzo 2022, ripresi da Prima comunicazione, affermano che Repubblica ha perso un terzo delle copie, arrivando a vendere circa 87.000 copie cartacee al giorno, vendute individualmente. Il dato è ben peggiore.

Considerando come gli inserti settimanali del weekend, allegati al giornale con sovrapprezzo – Il Venerdì, D e L’Espresso – vendano più della media giornaliera del quotidiano nel mese, ho fatto un rapido calcolo: ho calcolato le copie allegati ai settimanali nei 4 weekend del mese e le ho sottratte al computo totale del mese, per calcolare poi la media dei giorni rimanenti (19), dal lunedì al giovedì.

Il risultato è che Repubblica ha venduto 71.000 copie individuali cartacee. Stiamo parlando del secondo quotidiano nazionale, uno con la redazione più grande e con maggiori risorse da investire in giornalismo di qualità. Questo è il risultato. Il Corriere della sera, per molti anni secondo a Repubblica, naviga su cifre quasi doppie e vende quasi quanto Repubblica e La Stampa messe insieme! Anche Quotidiano Nazionale, associando il dorso de Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino, vende più copie di Repubblica.

Perché?

Gli abbonamenti digitali a basso costo, l’offerta internet e la pirateria digitale certamente hanno contribuito al trend, ma non sono l’unica risposta. C’è stato un travaso delle firme verso La Stampa e Il Fatto, che ha dato un’altra spallata. C’è probabilmente la linea editoriale con Molinari che ha allontanato via via orde di fedeli lettori. Il fatto che La Stampa sia diretto da Giannini, firma di primo piano di Repubblica per anni, ha generato concorrenza interna a GEDI. Il risultato è che Repubblica e La Stampa sono ora quasi pari, almeno nei giorni infrasettimanali, visto che La Stampa vende 69.000 copie.

In termini di copie diffuse, dato che lascia il tempo che trova, considerando come dentro ci siano copie vendute in blocco, per esempio a Trenitalia, e non sfogliate da nessun viaggiatore a fine giornata, Il Sole 24 Ore supera per la prima volta Repubblica questo mese. Nonostante lo stesso Sole 24 Ore passi da 35000 a 25000 copie cartacee vendute individualmente. Chi legge Il Sole 24 Ore o è un abbonato, per lo più digitale, o è la sua azienda che gli offre una copia: il suo impatto sociale è fortemente limitato. Pensare che più di 10 anni fa Il Sole 24 Ore si vantava di essere il quotidiano finanziario più venduto in Europa con oltre 300.000 copie. Oggi, pur con le copie in blocco e copie svendute, arriva a mala pena a 142.000 copie.

Del resto l’obiettivo sul digitale è alzare muri e far pagare, cercando di avere ricavi che facciano quadrare i conti, con una redazione sempre più ristretta, più giovane e meno costosa.

La mia facile previsione resta la stessa. Di questi vecchi colossi non morirà nessuno. Piuttosto diventeranno sempre più nani, arrivando a una sostenibilità con decine di migliaia di lettori paganti, redazioni smilze, prodotti sempre più di nicchia, lontani dal potere di influenza di un tempo, se non il rimbalzo dato dalla televisione, con le rassegne stampa e le ospitate gratuite dei direttori sui talk show di maggior ascolto. Luce riflessa. Di fatto siamo già entrati in questa fase.

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