Little Dog è un giovane nato negli USA da una madre vietnamita con problemi di integrazione e di salute mentale. La vicenda personale e familiare è raccontata con lirismo e disincanto, alternando il racconto di situazioni ingenuamente comiche ad altre tragicamente drammatiche. Il libro, attraverso la voce del protagonista, comprende osservazioni sulla scrittura e sul potere delle parole – Ocean Vuong è un poeta prima che un romanziere – e commenti spesso caustici sulla società americana.
Il libro racconta l’omosessualità del protagonista con sentimenti vivi e pulsanti. Non mancano inoltre scene di sesso raccontate in modo esplicito e pienamente realistico. Tra gli elementi originali del testo c’è la descrizione di cosa significa essere gay oggi negli Stati Uniti, non dal punto di vista di un maschio bianco, ma di un asiatico americano, due volte appartenente a una minoranza.
Ho scelto questo libro perché è un’opera prima di un autore asiatico americano che racconta in forma di autofiction una storia d’amore e di sofferenza
Perché il linguaggio creativo non può essere un linguaggio rigenerativo? Hai steso tutti con quella poesia, diciamo di solito. Le tue parole sono capaci di uccidere. Hai scritto quel romanzo con il fuoco in corpo. Sto scrivendo un paragrafo martellante, sto massacrando la lingua. Quel corso di scrittura era mio. L’ho chiuso, dopo di me tabula rasa. Li ho schiacciati. Abbiamo asfaltato la concorrenza. Sto facendo a cazzotti con la musa ispiratrice. Lo stato in cui vivono le persone è un campo da battaglia. Il pubblico è un target, un obiettivo. “Buon per te, ragazzo” mi ha detto una volta un uomo a una festa “stai facendo strage con la tua poesia. Li stai facendo tutti secchi.”
“No, signora,” ho fatto notare a quella donna nel mio inglese da certificazione ufficiale. “È mia mamma. Sono uscito dal buco del suo culo e le voglio moltissimo bene. Ho sette anni. L’anno prossimo ne avrò otto. Sto bene. Io me la cavo, e lei? Buon Natale Felice Anno Nuovo.” Quel diluvio di parole coincideva esattamente con l’ottanta percento del linguaggio che possedevo all’epoca e ho tremato di pura gioia mentre le parole mi volavano fuori dal corpo. Come tante madri vietnamite, eri convinta che parlare dei genitali femminili fosse un tabù, soprattutto con i figli maschi, quindi ogni volta che ti riferivi alla mia nascita dicevi che ero uscito fuori dal tuo ano. Mi davi uno schiaffetto giocoso sulla testa ed esclamavi, “Questo testone enorme mi ha quasi lacerato il buco del culo!”
Autore: M
Protagonista: M
Orientamento sessuale: Gay
Nazione: USA
Questo titolo è parte della cinquina di titoli da me selezionati per festeggiare il mese del Pride: