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Previsioni che non si avverano

Non scrivo da tempo di trend tecnologici. Non mi diverte. Non è qualcosa su cui voglio investire tempo (con quale ritorno?). Preferisco scrivere su altri temi più personali o legati al miglioramento e all’apprendimento continuo, quando non mi accontento di scrivere soltanto per me, sul mio sistema di Personal Knowledge Management o sul mio journal.

Le notizie recente sul fallimento di Alexa come progetto per generare ricavi per Amazon e il conseguente taglio al personale dedicato al progetto è qualcosa che mi piace commentare.

Anche su Pandemia, anni fa, scrivevo dell’imminente conquista del web da parte degli assistenti vocali. Alexa sembrava la testa di ponte di un nuovo trend, con gli smart speaker venduti a prezzo di costo o quasi, pur di diffonderne l’utilizzo. Questa conquista non c’è stata.

“One employee told Business Insider that currently, “There’s no clear directive for devices” in the future, and that since the hardware isn’t profitable, there’s no clear incentive to keep iterating on popular products.”

Ron Amadeo, Amazon Alexa Is a “Colossal Failure,” on Pace to Lose $10 Billion This Year

Le considerazioni che ne traggo sono varie

Non fidarsi dei report e delle previsioni di soggetti come Gartner. Di fatto questi documenti vengono usati dall’industria tecnologica per motivare investimenti, posizionamento di mercato verso i media e gli investitori finanziari. Lo scopo, come dimostrano anche le previsioni errate su AR/VR, è generare profezie che si auto avverano. Purtroppo per loro non è così facile. Il problema a questo punto è dei media e degli addetti ai lavori che corrono dietro all’ultimo report, dimenticandosi dei precedenti, per ignoranza o malafede.

Scommettere sulla diffusione di certe tecnologie, dandola per acquisita, creando contenuti, adattando contenuti – in questo caso per gli smart speaker – investendo risorse con un ritorno futuro e incerto, è più di un azzardo. Il fatto che Amazon, Apple, Google investano in una certa direzione non è garanzia di nulla. Meta e i miliardi investiti, invano, nel metaverso, con il crollo del titolo in borsa e lo scetticismo dei mercati.

Certi messaggi, faccio autocritica, andrebbero amplificati con maggiore cautela, senza facili entusiasmi. Diffida da qualsiasi articolo giornalistico che lancia in maniera acritica ogni nuovo prodotto di qualsiasi azienda, specie se tecnologica.

Published in Web & Tech

4 Comments

  1. Ma pensa, non ne ero al corrente. A casa nostra siamo all’interno dell’ecosistema Google (altoparlanti intelligenti, termostato, cellulari Android, Chrome per navigare e via dicendo), ed in effetti mi son sempre chiesto come facessero a monetizzare i 5 altoparlantini che abbiamo in casa. Forse ascoltando ogni nostra conversazione? Non sono mai riuscito a trovare una risposta al mio quesito, ma ora vedo che la risposta me l’hai data tu. Secondo me il problema è stato non riuscire a far capire al grande pubblico la potenzialità della domotica controllata da Alexa, perché i frigoriferi che ti fanno la spesa da soli o le lavatrici che ordinano il detersivo, di cui fantasticavamo 10-15 anni fa, non sono mai arrivati. Ed allora Alexa perde tutto il suo valore come cervello della casa intelligente.

  2. Adesso c’è questo trend delle applicazioni “powered by IA” tipo sto chatGPT o il nuovo prodotto di Prisma (Luma qualcosa mi pare si chiami) dove oltre a dare in pasto i nostri dati biometrici e non, dobbiamo anche pagare per farlo … raggiungendo un paradosso parossistico.

    E dalla velocità con cui la gente ci si lancia, mi sembra proprio che, come massa, ancora non ci è chiaro il messaggio in cui la vera merce siamo “noi”.

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