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PANDEMIA Posts

Elizabeth Gilbert: Imparare condividendo in pubblico

Elizabeth Gilbert, nota al grande pubblico per aver scritto Mangia, prega, ama, racconta molto di se in questa intervista. La cosa che mi è rimasta più impressa è la naturalezza con cui racconta che per lei imparare è condividere. In pubblico. Come servizio agli altri.

Ammirevole e condivisibile.

Consiglio la visione di tutta l’intervista:

Per chi preferisce c’è la versione audio:

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QuoteBack: citare dal web diventa immediato

Ho cominciato a usare da un po’ QuoteBack, servizio utile e facile da usare per collezionare citazioni dagli articoli che leggi dal browser. Poi con le citazioni puoi fare ciò che vuoi. Le tieni per te e per le tue ricerche o le riutilizzi in articoli dove le vuoi riprendere, link incluso.

Questo uno screenshot delle citazioni salvate fino a ora.

quoteback

A seguire una citazione ripresa con QuoteBack:

In the past few years, several companies have successfully reduced sugar in breakfast cereals without affecting sales, but Margolskee and his colleagues have found evidence that lowering our satisfaction threshold for sweetness may not be quite as easy as adjusting our salt preferences. Assuming it is possible, achieving meaningful sugar reduction would require industrywide compliance on a scale never before attempted. Nonetheless, even the scientists redesigning sugar admit that the ultimate goal is to gradually lower sugar levels and retrain our palates—and that their innovations represent a sophisticated, but ultimately short-term, fix. Just as the only good substitute for sugar is sugar, the only good way to eat less of it, sadly, is to eat less of it. 

Scopro ora che si può riprendere anche come semplice immagine:

Grazie a Tom

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I vantaggi di un gruppo di lettura

Mesi fa, prima dell’estate, suggerivo l’avvio di un book club, di un gruppo di lettura. Il tutto è ancora in stand by, ma entro Novembre al massimo intendo farlo partire. Ne vale la pena, come ricorda questo articolo su un book club che dura da 50 anni:

I talked individually with the other nine members about what Booke Club has meant to them and why they thought it had been so long-lasting. The word they used most frequently was ‘serious’. Those young mothers in 1964 needed a chance to exercise different parts of their brains, to take mental challenges, and to share their thoughts with others. They found that the study and discussion of good writing was a way to meet these needs. Gradually, their lives expanded into worlds outside the home – higher degrees, professional and creative work, travel, grandchildren. Much later, their lives began to contract, but Booke Club retained its value throughout.

Members also talked about the importance of the reliable structure – especially the formality of the discussion and respect shown for different opinions. The requirement to come to a meeting well prepared was seen as an opportunity to think deeply beforehand and then get new insights from the discussion. I don’t think anyone ever came without reading the book from beginning to end, at least once. Many members believe that it is because of Booke Club that they still read so widely.

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Una pausa

L’idea per questo blog è di concentrare l’attenzione sull’imparare. Circostanze varie della vita, alcune tipiche dell’estate, altre meno, hanno fatto sì che mi sia preso una pausa. Negli ultimi due mesi mi sono dedicato a esplorare relazioni personali, ottimi libri, nuova musica, oltre a coltivare il fisico e a tenere la mente in linea. Ciò che non ho fatto è rielaborare esperienze e pensieri qui, sotto forma di articoli.

Come in altri momenti degli ultimi anni, ho dato priorità alle esperienze.

Con il clima autunnale, l’arrivo di settembre e la riduzione delle ore sdi sole, probabile torni qui a rilanciare progetti vecchi con idee nuove. Nel frattempo continua a passare una estate rilassata e, spero per te, più fresca possibile.

A presto.

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Come sopravvivere a una pandemia

Mi sono ripromesso di non segnalare libri che non ho ancora letto e annotato, ma faccio una eccezione per il Dr. Greger e la nuova edizione di How to survive a pandemic.

Il libro è uscito oggi negli Stati uniti ed è la riedizione, aggiornata per il COVID-19, di un libro che l’autore aveva pubblicato nel 2006. Oggi molto attuale e quindi, rilanciato. Sale in testa alla mia coda di lettura.

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Un book club per imparare

Ho sempre considerato la lettura uno dei modi migliori per imparare e approfondire temi che voglio conoscere meglio, per raggiungere obiettivi diversi: migliorare il mio stato fisico e mentale, comprendere meglio le persone che mi circondano e coltivare esperienze e conoscenze da trasformare in nuove idee, per scopi professionali e non.

Credit: Ben White

Il book club

Leggere insieme può essere uno stimolo in più per rafforzare l’abitudine alla lettura, un appuntamento in cui confrontare punti di vista con altri lettori, leggere libri che altrimenti non avresti scelto, passare del tempo in compagnia con persone con cui condividi interessi comuni.

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Termine dell’edizione straordinaria

Comunicazione di servizio, più che altro, per segnalare la fine dell’edizione straordinaria per seguire la fase acuta in Italia della pandemia da COVID-19. Per quasi due mesi ho voluto concentrare gli aggiornamenti su analisi, dati e risorse per cercare di capire meglio l’andamento di questa epidemia globale.

Mano a mano che il coronavirus è entrato nella nostra quotidiana, ho cominciato a capire che dall’edizione straordinaria e dall’attenzione straordinaria sulla malattia e sugli effetti, sociali ed economici, era necessario tornare a pensare al quotidiano, ai progetti, alle persone. Un periodo per niente buio, almeno sul piano personale.

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Le distorsioni dell’economia digitale: i servizi terzi di consegna a domicilio

Più l’economia digitale diventa di massa, più influenza le nostre abitudini quotidiane, più c’è spazio per distorsioni, che non perseguono né l’interesse di chi le usa, né di quello di chi dovrebbero supportare economicamente. L’ultimo esempio in ordine di tempo è dato dalle app che consentono di ordinare online da un ristorante e ricevere a casa il cibo. Tutto ciò che è comodo e conveniente ha un prezzo da pagare, che qualcuno paga, direttamente o indirettamente. L’utente finale medio guarda alla comodità e non si fa troppe domande, purtroppo.

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Impariamo insieme

Ognuno di noi ha un modo diverso di alimentare la propria sete di conoscenza. C’è chi preferisce leggere libri, chi articoli accademici, chi Twitter, chi video online, chi lezioni MOOC. Oggi ho scoperto che c’è chi usa i podcast e la ricerca su Listen notes per lo stesso scopo. Altri ancora amano un mix di quanto sopra, aggiunto a un confronto con conoscenti appassionati o esperti dello stesso argomento oggetto della conversazione.

Nascosti tra i lettori di Pandemia, tra quelli che seguono di rimbalzo su Twitter, tra quelli che leggono la newsletter o che mi seguono su LinkedIn, sono certo che ci siano persone appassionate a uno o più dei temi che appassionano anche me. Un confronto con te e con alcune di queste persone, ne sono certo, potrebbe attivare percorsi inesplorati e farci accendere reciprocamente delle lampadine.

Perché, mi sono detto, non provare a organizzare una o più conversazioni e proporle a chi è più interessato? L’obiettivo è uno scambio di esperienze, quindi il tutto è per definizione non scalabile: non possiamo vederci in 20, a meno che il tutto prenda la forma di un workshop permanente in più sessioni. Il filtro è dato dal tema, dall’interesse di chi vorrebbe partecipare e del percorso svolto dagli stessi partecipanti e altri fattori su cui non ho ancora riflettuto.

Il punto da cui cominciare è il più semplice: un metatema, come quello di come impariamo, di quali metodi e strumenti utilizziamo. Credo interessi tutti coloro che hanno un lavoro intellettuale che si basa sul leggere, scrivere, ragionare e produrre contenuti che danno vita a nuove idee, per se e per gli altri. Perché funzioni, la conversazione deve essere il più possibile orientata in partenza, pur lasciando liberi i partecipanti di divagare, pur rimanendo in tema. Potrebbe essere utile un momento preparatorio, con uno scambio di materiali prima e dopo, così da arrivare al momento di confronto, sicuri di usare al meglio il tempo dedicato alla conversazione.

I temi a cui sto pensando sono quelli su cui ho scritto più recentemente: personal knowledge management, come ottenere il massimo dalla lettura e come prendere ed elaborare note, scrivere per pensare e per imparare.

Se gli argomenti ti appassionano, se hai già avviato un tuo percorso personale, se ti fa piacere metterlo a confronto con altri lettori, fatti notare e scrivimi una email (info a lucaconti punto it). Ti terrò informato personalmente sugli sviluppi dell’idea. Grazie.

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