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Tag: apple

Apple non ha a cuore la tua privacy

Come volevasi dimostrare, Apple, il paladino della protezione dei dati personali degli utenti contro tutti (e contro Meta/Facebook), sta andando a occupare lo spazio tolto a Meta/Facebook con la propria pubblicità. Alla fine la protezione degli utenti è fumo negli occhi per nascondere una decisione per fare più soldi. Punto. Pensare il contrario è da ingenui.

Per questo ho sempre visto e continuo a vedere il culto dei brand e delle aziende come una versione peggiorata del culto delle religioni tradizionali. Fare l’evangelista di un brand è tempo sprecato, da qualsiasi punto di vista. Se proprio vuoi sentirti parte di un gruppo, almeno scegline uno dove hai un ritorno, se profit, o meglio ancora no profit. Fare volontariato per l’azienda più ricca del mondo non mi sembra proprio necessario.… Continua a leggere

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Il casinò degli app store

L’Economist ha fatto i compiti, ha consultato fonti diverse, e ha raccolti alcuni dati molto interessanti sulle fonti di ricavi e di profitti di Big Tech. Tra le tante perle dell’articolo, ce n’è una che mi ha compito di più: gli app store come casinò:

In Apple’s app store, for example, games account for 70% of all revenues, according to documents uncovered during the Epic court battle. Most of this comes from in-app purchases, such as wacky accessories for avatars or virtual currencies. In 2017, 6% of app-store game customers accounted for 88% of the store’s game sales. Those heavy users spent, on average, more than $750 each year.

The Epic trial also revealed that the top 1% of Apple gamers in terms of spending generated 64% of sales and splurged an average of $2,694 annually. Internally these super-spenders are known as “whales”, like their casino equivalents. An investigation

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I 9 grandi e l’intelligenza artificiale

Oggi è uscito un nuovo libro di Amy Webb, The Big Nine, che tratta un tema caldissimo: l’intelligenza artificiale e le applicazioni sviluppate dai nove grandi del tech globale: Amazon, Google, Facebook, Tencent, Baidu, Alibaba, Microsoft, IBM e Apple.

Lettura più che consigliata.

In rete si trovano diverse interviste all’autrice. Nel caso volessi qualche sintesi. Dalla biblioteca di San Francisco ho poca banda, quindi ti lascio usare i motori di ricerca per trovarle.… Continua a leggere

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Internet come Disneyland

Today the internet is much more like Disneyland. If I’m building a restaurant in Disneyland and Disneyland thinks I’m making too much money, they may raise the rent or change the rules.

That’s what building on Facebook or Google and Apple is right now. We live in this sort of Disneyland internet and I don’t think that’s good for a whole bunch of reasons. I just don’t think it’s as diverse and exciting and interesting and creative. I think it has destroyed the business models of creative people.

Tornando sul tema dell’innovazione frenata nel mercato digitale consumer, ottima lettura.

http://breakermag.com/why-venture-capitalist-chris-dixon-is-betting-on-a-decentralized-internet/Continua a leggere

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Il culto della tecnologia è una religione come le altre

religione

Sono quasi diventato intollerante alle conversazioni in cui l’oggetto è il culto della tecnologia. Discussioni sul nulla. In genere gli eventi di lancio di nuovi prodotti, da parte di Apple, Google, Amazon, Facebook, generano online un seguito da folle adoranti che la settimana dopo si mettono in fila per comprare il nuovo prodotto. Ne parlano come di un totem da adorare, dimenticando che l’azienda dietro al prodotto ha il solo scopo reale di fare (legittimamente) più soldi. L’evento non è altro che PR, fumo negli occhi, marketing per convincere a comprare e a sostituire l’ultima versione del prodotto che ancora funziona benissimo. Gli adepti, incapaci di comprendere il gioco o felici di aderire a un nuovo culto, spendono parole, energie, tempo per decantare le ultime meraviglie e aderire pubblicamente al culto.… Continua a leggere

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Amazon e Facebook superano 500 miliardi $ di capitalizzazione, mentre Twitter crolla

Una giornata da segnare sul calendario. Ieri Facebook ha presentato gli ennesimi risultati positivi (9 miliardi di ricavi nell’ultimo trimestre) e il titolo è su nuovi massimi, di poco sopra 500 miliardi $ di capitalizzazione. Amazon tocca 513 miliardi in attesa dei risultati del trimestre presentati in serata e così Jeff Bezos supera Bill Gates nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, con poco più di 90 miliardi $.

Vola tutto in borsa? No. Twitter continua a non crescere e a perdere ricavi pubblicitari e il titolo perde il 13% nelle contrattazioni. La capitalizzazione torna a scendere sotto i 13 miliardi. Snap (madre di Snapchat) rimbalza sui minimi e galleggia sui 16 miliardi di capitalizzazione.

Per avere una idea dei rapporti di forza, Google sta sopra 660 miliardi, Microsoft sui 570 miliardi e Apple oggi sfiora di nuovo gli 800 miliardi. I 5 cavalieri dell’apocalisse (Amazon, Apple, Google, … Continua a leggere

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Amazon, Facebook, Google, Apple: i 4 cavalieri dell’apocalisse digitale

Metti da parte 16 minuti e guardati la presentazione che Scott Galloway ha tenuto a DLD 2016, raccontando in slide molto facilmente comprensibili come Amazon, Apple, Facebook e Google stiano cambiando l’economia globale, un anno dopo l’altro. Il 2015 è stato un anno chiave in questo percorso.

In un passaggio, Galloway afferma “la pubblicità ormai è diventata una tassa sulla gente povera” che non può permettersi di pagare e di evitarla. Guarda caso risuona con la mia personale fuga dalla pubblicità. Un caso?

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Nook sempre peggio e la concorrenza negli ebook promette male

nook

Meno concorrenza, meno innovazione, prezzi più alti. Questo è il futuro, non prossimo, che ci attende, a vedere l’andamento del mercato USA degli ebook. Nook, principale concorrente di Kindle, se la passa proprio male e i dati finanziari non migliorano affatto, anzi. Secondo l’ultima trimestrale comunicata al mercato oggi, la divisione digitale di Barnes & Noble continua a sanguinare.

Un -32% di media comprende un -41% dalla vendita di hardware (ebook reader e tablet) e un -21% dalla vendita di contenuti. Il dato negativo è un mix tra minori volumi e prezzi più bassi dei libri e dei reader, per tentare con promozioni su promozioni di contrastare la concorrenza e mantenere quote di mercato. Il taglio di prezzi sui reader in particolare può aver contributo negativamente.

Certo che se Nook continua a ridurre i suoi volumi complessivi, nonostante gli sconti, e i bilanci sono in perdita, è difficile … Continua a leggere

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