Skip to content →

Tag: attenzione

Il casinò degli app store

L’Economist ha fatto i compiti, ha consultato fonti diverse, e ha raccolti alcuni dati molto interessanti sulle fonti di ricavi e di profitti di Big Tech. Tra le tante perle dell’articolo, ce n’è una che mi ha compito di più: gli app store come casinò:

In Apple’s app store, for example, games account for 70% of all revenues, according to documents uncovered during the Epic court battle. Most of this comes from in-app purchases, such as wacky accessories for avatars or virtual currencies. In 2017, 6% of app-store game customers accounted for 88% of the store’s game sales. Those heavy users spent, on average, more than $750 each year.

The Epic trial also revealed that the top 1% of Apple gamers in terms of spending generated 64% of sales and splurged an average of $2,694 annually. Internally these super-spenders are known as “whales”, like their casino equivalents. An investigation

Continua a leggere Comments closed

Twitter e la camera dell’eco

Da grande fan e utilizzatore di Twitter, sono arrivato a smettere completamente di usarlo, se non per pubblicare in automatico i link a questo blog, senza per questo partecipare alle conversazioni generate, se non in maniera sporadica. Il tutto è successo ormai 3 anni fa circa? Non ricordo neanche quando, a dire il vero.

Ho smesso di usare Twitter perché, come per il resto del social web, mi sono reso conto che la mia attenzione veniva risucchiata al punto da non permettermi di concentrarmi su attività più importanti per me. L’attenzione è preziosa, come il tempo. Se sei distratto, non recuperi l’attenzione in un attimo. Se hai bisogno della dopamina generata dalle interazioni frutto dei tuoi contenuti, è inevitabile che ti metterai a pubblicare contenuti in ogni momento della giornata e in ogni occasione, pur di avere il thrill di qualcuno che … Continua a leggere

2 Comments

Quando l’intrattenimento diventa una commodity

What’s striking about this isn’t the fact that some people don’t like season eight – plenty of people dislike plenty of things – but the sense of personal betrayal and disappointment. It’s to do with viewers’ ‘investment’, which feels newish as a metaphor for having sat in front of a TV programme. A barbarous sign of late capitalism, perhaps, an index of commodified leisure, of our enslavement by and impotent resentment of the attention economy.

‘Game of Thrones’ dal London Review of Books: https://www.lrb.co.uk/v41/n11/contentsContinua a leggere

Comments closed

L’arte del notare o del muscolo dell’attenzione

Un piccolo miglioramento della vita alla portata di chiunque è camminare con il telefono in tasca e notare ciò che ci succede intorno. The art of noticing è un libro carino che contiene oltre 130 giochi ed esercizi per fare proprio questo: esercitare la nostra attenzione.

Poi dentro ci sono osservazioni e citazioni su cui ci si potrebbe fermare a riflettere per ore.

Over the coming century, the most vital human resource in need of conservation and protection is likely to be our own consciousness and mental space.

Tim Wu
Continua a leggere One Comment

Appunti da How to do nothing

Gli stimoli che genera un libro sono direttamente proporzionali alle parti che sottolineo (in digitale). Sotto riporto quanto sottolineato leggendo How to do nothing, di cui avevo già parlato.

I am opposed to the way that corporate platforms buy and sell our attention, as well as to designs and uses of technology that enshrine a narrow definition of productivity and ignore the local, the carnal, and the poetic. I am concerned about the effects of current social media on expression—including the right not to express oneself—and its deliberately addictive features. But the villain here is not necessarily the Internet, or even the idea of social media; it is the invasive logic of commercial social media and its financial incentive to keep us in a profitable state of anxiety, envy, and distraction. It is furthermore the cult of individuality and personal branding that grow out of such platforms and affect

Continua a leggere Comments closed

L’attenzione, il bene più prezioso

L’attenzione, insieme al tempo, è il bene più prezioso che abbiamo. Tanto prezioso che spesso lo svendiamo o, ancora peggio, lo regaliamo! Sembra una follia, ma è la realtà quotidiana per milioni di persone che passano ore, per lo più davanti alla televisione o sui social network, consumando contenuti gratuiti in cambio di pubblicità. Lo scambio è vantaggioso? Ti sei mai posto questa domanda?… Continua a leggere

Comments closed

Esperimento su Twitter per avere la tua attenzione

Twitter ha aggiornato nei giorni scorsi la sezione relativa alle statistiche e ha aumentato il numero di utenti a cui è abilitata, oltre a tutti gli inserzionisti pubblicitari. Un anno fa avevo parlato della vecchia interfaccia.

(clicca per ingrandire)

twitter statistiche

Twitter ha semplificato i dati relativi alla visibilità e all’interazione per ogni singolo tweet pubblicato, oltre a raccogliere dati e tendenze degli ultimi 30 giorni. Lo scopo è permettere, soprattutto agli utenti professionali e alle aziende, di capire quanto siano efficaci i contenuti pubblicati e quale l’effetto generato. La prima conclusione che è immediato trarre è che i contenuti sono visibili a un numero molto basso di follower – i più bravi arrivano al 20%, ma tra questi possono esserci anche utenti che non sono follower, grazie ai retweet – e l’interazione è di pochi punti percentuali in media. Niente di nuovo rispetto alle metriche di Facebook o di … Continua a leggere

One Comment

Non ti legge nessuno (o quasi) e qui c’è la prova

This is a histogram showing how far people scroll through Slate

Un recente articolo pubblicato da Slate merita di essere letto tutto, ma pochi lo leggeranno tutto, pochissimi. L’articolo gigioneggia un po’, ma ragiona su un tema importante: chi legge fino in fondo gli articoli che pubblichi? Più l’articolo è lungo, meno viene letto, ma quanto meno?

Slate è un magazine e pubblica articoli mediamente lunghi. Ciò non toglie che circa la metà degli utenti non supera la metà dell’articolo e circa il 10% non passa neanche alla seconda schermata. Sul pezzo altri dettagli e considerazioni.

La mia personale considerazione è di imparare a essere brevi e sintetici, il più possibile, ogni volta in cui sia possibile farlo. Due schermate, massimo tre se la grafica del menù fosse impegnativa, e nulla più. Il rischio è di parlarsi addosso e di perdere tempo. Tienine conto.

Seconda considerazione è che siamo così distratti da non riuscire neanche a leggere un articolo che ci … Continua a leggere

11 Comments