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Mediaset chiede pieta’ per Rete4


Mediaset confida nella ragionevolezza e nel buon senso di tutti.

Nei prossimi otto giorni lavorativi che ci separano dal 31 dicembre 2003, data fissata dalla Corte Costituzionale come termine della disciplina transitoria per le reti eccedenti, occorre che il mondo politico e istituzionale italiano intervenga per impedire la chiusura di Retequattro.

Mediaset infatti non avrebbe altra scelta: l’ipotesi della migrazione sul satellite non è praticabile per una rete nata e dimensionata per la trasmissione a tutto il pubblico italiano.

Lo scenario che a quel punto si creerebbe nel Paese non è positivo:

Si spegnerebbe una voce che non verrebbe sostituita da niente con grave danno per il pluralismo informativo e per l’offerta televisiva gratuita al pubblico.

Si profilerebbe una grave crisi occupazionale nel gruppo Mediaset, al momento quantificata in circa mille posti di lavoro in esubero, senza considerare le pesanti ripercussioni sul vasto indotto professionale che ruota attorno a una rete televisiva.

Le risorse pubblicitarie perdute da Mediaset e dal terzo canale Rai uscirebbero dal sistema perché, come è evidente a chiunque conosca le logiche che indirizzano gli investimenti, esse non passerebbero automaticamente alla carta stampata o ad altri mezzi come radio, affissioni e cinema.

Le frequenze di Retequattro, secondo le norme attuali, non passerebbero automaticamente ad altri operatori, al contrario di quanto sostengono pareri interessati di alcuni concorrenti.

Mediaset ovviamente auspica che la situazione possa risolversi positivamente nel poco tempo che rimane a disposizione.

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