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Delitto per delitto – l’uso sapiente della scenografia

Il teatro e il cinema sono due spettacoli profondamente diversi. Se il cinema può assumere una forma teatrale (per es. Dogville – che non ho ancora visto) è molto più difficile che il teatro possa assumere una forma cinematografica.

Delitto per delitto – regia di Alessandro Benvenuti con Alessandro Gassman e Giuseppe Fiorello – ci riesce, grazie in particolare alla scenografia intelligente e all’invenzione della pedana mobile, insieme alla trovata del mobilio ‘componibile’. Si inizia infatti con un dialogo su un vagone ferroviario, si passa per ben tre ambienti e situazioni diversi – seppur non divisi da alcun muro ma separati sapientemente da colonne, luci e arredamento – fino ad un’ardita ambientazione fi deposito locomotive con una semplice trovata scenica.

L’uso sapiente della scenografia permette in questo giallo di Patricia Highsmith di rimanere su un palcoscenico comunque limitato, passando però da una scena all’altra come in un film, con l’unica differenza di un ‘montaggio’ meno serrato. In questo ambiente multiplo gli attori si muovono con maestria per offrire al pubblico tre ore di divertimento senza sbadigli.

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