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La rivoluzione della settimana lavorativa di 4 ore

I frequentatori dei siti di informazione americani se ne saranno senz’altro già accorti. Negli USA ha fatto scalpore un libro salito fino al primo posto delle classifiche dei più venduti per il New York Times e per il Wall Street Journal. Sto parlando di 4-Hour Work Week, ovvero la settimana lavorativa di 4 ore.

Il titolo è già molto chiaro sul contenuto del volume: istruire i lettori ad attuare in concreto una riduzione del tempo di lavoro, a vantaggio di altre attività personali, senza per questo guadagnare meno. Si rivolge con consigli differenziati a dipendenti e imprenditori/lavoratori autonomi. Ho acquistato il libro nel recente viaggio di Las Vegas e mi ha aperto gli occhi su molte cose.

Non ne ho ancora terminato la lettura ma gli spunti che offre sono a mio avviso preziosi o quanto meno degni di rfilessione. Sicuramente non tutti di facile applicazione, ma lo spazio per migliorare la qualità della vita indubbiamente c’è. Ho cominciato gradualmente, ad esempio, ad applicare due consigli rispetto all’uso dell’email e al consumo di informazione.

Email

Chi legge Pandemia sa che sono da sempre un sostenitore della posta elettronica. Oggi però, di fronte all’incapacità di starci dietro, sto cominciando a cambiare opinione. Quanto le risposte richieste dall’email devono essere tempestive? Quanta attenzione ci sottrae l’email durante la giornata? Avviato già da solo sulla strada della riduzione, il libro mi ha incoraggiato su questa strada e ho deciso non di radicalizzare la’approccio come suggerito – Tim Ferriss suggerisce due check dell’email al giorno, alle 12 e alle 16 – ma di cambiare qualcosa: ho eliminato l’alert sonoro della nuova posta, ho ridotto il check da 60 a 120 minuti e soprattutto ho deciso di non controllare la posta come prima attività della mattina, a favore di cose veramente urgenti.

Dieta dell’informazione

L’informazione quotidiana che consumiamo ci è veramente utile? Quante notizie sono veramente importanti? Quante è chiacchiericcio, rumore di fondo, sensazionalismo? Molte forse. Ferriss propone di annullare la visione dei telegiornali e di non leggere più i giornali: avrai più argomenti da ascoltare durante una conversazione a tavola e sarà la tua rete sociale a non farti perdere le notizie veramente importanti. Anche qui mi sono già avviato sulla strada giusta: non seguo i telegiornali e non leggo più i quotidiani, salvo forse il Sole 24 Ore del giovedì con Nova. Il passo successivo è ridurre al minimo il controllo delle notizie dai quotidiani online e dedicarmi completamente alle fonti da me solezionate con i feed RSS. Anche qui però non è la quantità a fare la qualità. Mi sono messo subito a dieta per lasciare solo le fonti che, sul campo, so avermi offerto spunti originali, notizie di prima mano e segnalazioni importanti per i miei principali interessi. Fuori dall’aggregatore chi non è stato in grado di offrire quanto sopra con regolarità. Sono passato da 402 a 223 feed e la dietà non è ancora finita.

Devo dire che mi sento già meglio. La posta elettronica non è più vitale e l’approccio all’informazione più utilitaristico. Resta certamente una sfera ludico-personale con feed più goderecci o attenzione alle conversazioni degli amici, ma solo per quelle che valgono veramente.

Se fossi in te mi chiederei se veramente Pandemia è stato in grado di offrirti almeno uno spunto interessante negli ultimi 10 post. Se la risposta è no, dedicherei quel tempo ad altro, magari alla lettura di 4-Hour Week Work, non uscito in Italia, ma disponibile nel Regno Unito nei prossimi giorni.

LEGGI: 4-Hour Work Week
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Published in Media & Social media Varie

20 Comments

  1. Conclusione geniale:
    – se l’articolo mi è piaciuto leggerò gli ultimi 10 post per vedere se ne troverò qualcuno di mio interesse, e almeno l’ultimo lo sarà
    – se l’articolo non mi è piaciuto, non farò questo lavoro e lascerò Pandemia nel mio aggregatore

    Si fa per ridere, eh 🙂

  2. Non so, non mi convince fino in fondo. L’estrema razionalizzazione che descrivi può garantire la conoscenza del mainstream, ma in tal modo si vengono a perdere quelle ‘spigolature’ che, secondo me, sono arricchenti e necessarie.

    Cambiando argomento, perchè adesso i commenti si aprono in nuova scheda? Devo confessare che trovo la cosa un pizzico scomoda. 🙂

  3. simic simic

    Ottimo il primo consiglio. Il secondo lo trovo molto pericoloso: l’attività di flaneur in rete è essenziale per incorrere in notizie e soprattutto fonti nuove, a volte anche attraverso la lettura e l’ascolto di media mainstream. I quali rappresentano, volenti o no, lo specchio (lo spunto) della riflessione dell’opinione pubblica del Paese. Ridurre il numero di fonti monitorati può sì, far guadagnare tempo, ma non informazione.

  4. Se è il libro di cui mi parlava un amico ricordo che erano presenti anche eccessi, tra cui un estremo filtraggio delle telefonate in arrivo e delle mail, ma soprattutto l’utilizzo di una agenzia indiana per la risposta automatica a mail di cui non serviva il suo intervento diretto.
    Sempre un’agenzia indiana poi ricordo che era stata incaricata di trovargli una donna in base alle sue preferenze.
    Insomma, va bene 4 ore alla settimana, ma non ci si puo’ levare anche alcuni piaceri della vita…

  5. Pandemia Pandemia

    Simic,

    sono d’accordo con te ma troppa informazione = nessuna informazione. Il tempo che abbiamo è finito e va ottimizzato.

    nel mio aggregatore, a scanso di equivoci, non ci sono fonti mainstream.

    Hytok,

    la piattaforma del Cannocchiale ha i commenti in questo modo. Concordo con te e forse tra un po’ ci saranno delle novità

  6. Anche io nada più giornali cartacei e telegiornali anzi non guardo più la Tv, la ‘registro’: dunque l’informazione più che ‘troppa’ diventa ‘choice’ ovvero la libertà di scegliere cosa più che quanto perchè la quantità almeno in Rete sarebbe elevatissima. E per non perdersi nel caos e nell’overloading una scrematura di feed è ideale: però un occhio al mainstream bisogna a mio avviso averlo sempre altrimenti si è davvero troppo fuori e lontani dal ‘mondo’.

  7. Bel tema.
    Oggi son stato ospite di un laboratorio di psicologia all’Università di Padova.
    Stanno già studiando…….anche se dicono che l’effetto ‘lifestream’ e il desiderio di ‘silenzio’, ancora da noi non si sente.
    Certo che nei paesi più evoluti digitalmente la faccenda si fa seria.

    C’è anche un problema di cultura e di approccio. Ho scoperto, ad esempio, che molti americani, quando ricevono un aemail in CC, la scorrono velocemente e la buttano.
    Da noi succede che molti destinatari in cc, rispondono come se fossero i principali destinatari.
    Ecco perchè il rumore si somma al rumore diventando assordante. IMHO

  8. tema interessantissimo, non c’è dubbio che comprerò il libro. Sono d’accordo con il primo consiglio, meno con il secondo. Ho abolito il tg da tempo, ma vorrei avere molto più tempo per leggere quotidiani e settimanali. Possono essere meglio i siti specializzati sugli argomenti tecnologico-bloggeristici, ma sul resto un giro sui quotidiani – con lettura più calma e approfondita – lo trovo irrinunciabile per non rimanere confinati in un giardinetto che mi starebbe stretto.
    un saluto

  9. Conclusione geniale:
    – se l’articolo mi è piaciuto leggerò gli ultimi 10 post per vedere se ne troverò qualcuno di mio interesse, e almeno l’ultimo lo sarà
    – se l’articolo non mi è piaciuto, non farò questo lavoro e lascerò Pandemia nel mio aggregatore

    Si fa per ridere, eh 🙂

  10. Non so, non mi convince fino in fondo. L’estrema razionalizzazione che descrivi può garantire la conoscenza del mainstream, ma in tal modo si vengono a perdere quelle ‘spigolature’ che, secondo me, sono arricchenti e necessarie.

    Cambiando argomento, perchè adesso i commenti si aprono in nuova scheda? Devo confessare che trovo la cosa un pizzico scomoda. 🙂

  11. simic simic

    Ottimo il primo consiglio. Il secondo lo trovo molto pericoloso: l’attività di flaneur in rete è essenziale per incorrere in notizie e soprattutto fonti nuove, a volte anche attraverso la lettura e l’ascolto di media mainstream. I quali rappresentano, volenti o no, lo specchio (lo spunto) della riflessione dell’opinione pubblica del Paese. Ridurre il numero di fonti monitorati può sì, far guadagnare tempo, ma non informazione.

  12. Pandemia Pandemia

    Simic,

    sono d’accordo con te ma troppa informazione = nessuna informazione. Il tempo che abbiamo è finito e va ottimizzato.

    nel mio aggregatore, a scanso di equivoci, non ci sono fonti mainstream.

    Hytok,

    la piattaforma del Cannocchiale ha i commenti in questo modo. Concordo con te e forse tra un po’ ci saranno delle novità

  13. Anche io nada più giornali cartacei e telegiornali anzi non guardo più la Tv, la ‘registro’: dunque l’informazione più che ‘troppa’ diventa ‘choice’ ovvero la libertà di scegliere cosa più che quanto perchè la quantità almeno in Rete sarebbe elevatissima. E per non perdersi nel caos e nell’overloading una scrematura di feed è ideale: però un occhio al mainstream bisogna a mio avviso averlo sempre altrimenti si è davvero troppo fuori e lontani dal ‘mondo’.

  14. Se è il libro di cui mi parlava un amico ricordo che erano presenti anche eccessi, tra cui un estremo filtraggio delle telefonate in arrivo e delle mail, ma soprattutto l’utilizzo di una agenzia indiana per la risposta automatica a mail di cui non serviva il suo intervento diretto.
    Sempre un’agenzia indiana poi ricordo che era stata incaricata di trovargli una donna in base alle sue preferenze.
    Insomma, va bene 4 ore alla settimana, ma non ci si puo’ levare anche alcuni piaceri della vita…

  15. Bel tema.
    Oggi son stato ospite di un laboratorio di psicologia all’Università di Padova.
    Stanno già studiando…….anche se dicono che l’effetto ‘lifestream’ e il desiderio di ‘silenzio’, ancora da noi non si sente.
    Certo che nei paesi più evoluti digitalmente la faccenda si fa seria.

    C’è anche un problema di cultura e di approccio. Ho scoperto, ad esempio, che molti americani, quando ricevono un aemail in CC, la scorrono velocemente e la buttano.
    Da noi succede che molti destinatari in cc, rispondono come se fossero i principali destinatari.
    Ecco perchè il rumore si somma al rumore diventando assordante. IMHO

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