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Ci meritiamo violenza, sesso, scandali e… gadget

A tutti sarà capitato almeno una volta, guardando un telegiornale o sfogliando un giornale, di sbottare esclamando: possibile che Cogne interessi veramente? possibile che si debba sempre dare enfasi a fatti di sangue? possibile che i giornali locali vendano di più quando in prima pagina c’è un incidente automobilistico?

A sentire i professionisti dell’informazione è possibile. I dati di vendita, l’audience dei programmi e le notizie più cliccate sui siti sarebbero tutte prove a favore di tale tesi.

Acquisito che il pubblico che consuma media tradizionali voglia questo, la stessa cosa può dirsi vera anche per un pubblico che produce media, quali sono i blogger? Le discussioni della blogosfera rispecchiano quelle dei grandi media o sono alternative?

Uno studio di Mary McGlohon dimostrebbe che blogosfera e mediasfera pari sono. Analizzando le notizie più discusse su memeorandum e Techmeme, i memetracker inglesi più longevi ed efficaci, sembra proprio che per la politica in testa alla classifica ci siano notizie relative a scandali, con contorno di violenza e sesso e per la tecnologia tirino di più i gadget e le grandi notizie finanziarie.

Sesso, soldi, sangue, con contorno di gadget, confermerebbero quindi che ciò che vale per i grandi media vale anche per i social media. Ci meritiamo quindi Bruno Vespa e tutte le puntate su Cogne allora, ahinoi.

LEGGI. Studio sui temi più discussi su politica e tecnologia.

Published in Media & Social media

4 Comments

  1. Direi proprio che è vero. Pubblico continuamente di notizie di grotte e speleologia, e ogni tanto purtroppo ci scappa un incidente. Quando gli incidenti si susseguono e comincia il bombardamento mediatico della televisione, automaticamente registro un’impennata dei visitatori attratti dall’incidente in grotta. La maggior parte dei miei visitatori arriva da motori di ricerca, quindi si verifica proprio un aumento delle ricerche ‘morbose’ del sangue, della tragedia ecc. Tutto questo interesse agli incidenti e alle morti l’ho notato sul blog già da almeno due anni e spesso evito di parlare approfonditamente di incidenti per non alimentare l’eccessivo senzazionalismo e l’onda mediatica che si genera. Comunque penso che il mio blog risponda solo come eco a quello che passa in tv.

  2. La differenza è che con i blog ciascuno può leggere quelli che crede e ce ne sono moltissimi che non seguono questo brutto andazzo.
    Per fortuna che mi è venuta in mente questa considerazione altrimenti l’unica cosa che mi sarebbe uscita come commento sarebbe stata al riguardo di un eventuale sacchettino per il vomito da allegare ad ogni post di ciascun blog 🙂

  3. Direi proprio di si.
    Abbiamo quello che ci (in senso statistico) meritiamo
    Sigh,

    A.

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