Non è accettabile! UPDATE

Ti invito caldamente a leggere la lettera che Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, ha scritto ai suoi colleghi giornalisti. Da un lato evidenzia lo stato dell’arte del giornalismo nei grandi media, ancora riluttante nell’adesione al web come canale ormai imprescindibile per fare informazione. Dall’altro segna un punto di non ritorno, almeno nella direzione del Corriere della Sera, sugli investimenti da fare online. Spero che l’appello trovi riscontri positivi.

Segnalo a mio avviso il passaggio più netto e interessante, rispetto a Internet:

Non è più accettabile che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. […] Prima vengono le esigenze del giornale poi le pur legittime aspirazioni dei giornalisti. […] Non è più accettabile l’atteggiamento, di sufficienza e sospetto, con cui parte della redazione ha accolto l’affermazione e il successo della web tv. Non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l’edizione Ipad non preveda il contributo di alcun giornalista professionista dell’edizione cartacea del Corriere della Sera. Non è più accettabile la riluttanza con la quale si accolgono programmi di formazione alle nuove tecnologie. […] Non è più accettabile una visione così gretta e corporativa di una professione che ogni giorno fa le pulci, e giustamente, alle inefficienze e alle inadeguatezze di tutto il resto del mondo dell’impresa e del lavoro.

Lettera del direttore De Bortoli

UPDATE

I giornalisti del Corriere, dopo la lettera, hanno risposto con ben due giorni di sciopero. Qualcuno mi aiuta a capire?

La risposta ufficiale del Cdr è arrivata con un comunicato: «L’assemblea dei giornalisti ha votato due giorni di sciopero immediato e ha consegnato al comitato di redazione un pacchetto di ulteriori cinque giorni per rispondere all’attacco che il direttore ha mosso contro le tutele e le regole che garantiscono la libertà del loro lavoro e, di conseguenza, l’indipendenza dell’informazione che il giornale fornisce».