Per conseguire l’obiettivo della riduzione della produzione di rifiuti, negli ultimi anni sono stati redatti importanti Accordi di Programma. Quelli realizzati con il settore agricolo e con il settore edilizio per gli inerti hanno permesso di ridurre considerevolmente l’apporto in discarica degli scarti agroalimentari e di riutilizzare il materiale frutto delle demolizioni. Alla luce dei buoni risultati raggiunti dagli accordi volontari con il mondo dell’impresa, sono in fase di definizione nuovi accordi per favorire l’utilizzo del compost prodotto dagli impianti regionali e per la differenziazione dei rifiuti prodotti dagli uffici e dai servizi. Notevole l’impegno della Regione Marche anche sul fronte dell’educazione e della formazione. Dopo essersi rivolti agli operatori del settore agricolo e a quelli dell’edilizia, sono attualmente in fase di progettazione corsi rivolti al settore sanitario, al settore dell’autodemolizione e a quello dei servizi, per favorire l’adozione di pratiche virtuose. Rifiuti urbani e rifiuti speciali o pericolosi sono le due tipologie principali nelle quali è suddivisa l’attenzione della pianificazione regionale. La gestione di tali rifiuti viene effettuata, con delega dei poteri, su base provinciale. Tutte le province si sono quindi dotate di un proprio piano, ad eccezione di Ascoli Piceno il cui piano è in fase di verifica da parte delle autorità regionali. Dall’analisi dei dati raccolti si evince un costante sviluppo della raccolta differenziata, stabilmente sopra il 10%, ma ancora lontana dagli obiettivi della normativa nazionale. La Provincia di Macerata, grazie alla raccolta della frazione organica, è la più avanzata con il 20% alla fine del 2002. Tra i rifiuti che più “pesano” nella raccolta differenziata troviamo la carta e i rifiuti ingombranti. Per tutte le province, ma in particolare per Pesaro – Urbino e Ancona, i dati rilevati e la previsione dell’andamento dei fabbisogni di trattamento e smaltimento indicano come urgente e necessaria una rapida accelerazione delle procedure relative alla progettazione, approvazione e realizzazione degli impianti previsti all’interno della pianificazione, per non trovarci tra qualche anno, come altre regioni, nell’emergenza rifiuti. Nella nostra regione risultano 538 soggetti operanti nelle attività di recupero (dati 2000). I soggetti marchigiani che hanno dichiarato invece di aver effettuato operazioni di smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi sono complessivamente pari a 136. Analizzando la situazione più nello specifico troviamo essere Ancona, con 476.693 t, la principale provincia dal punto di vista della produzione di rifiuti, con il 36% della produzione regionale complessiva; ad essa seguono nell’ordine Pesaro – Urbino, Macerata e Ascoli Piceno, con percentuali rispettive sul totale regionale che oscillano tra il 20 e il 22%. Ancor più marcata risulta essere la rilevanza di Ancona rispetto ai rifiuti pericolosi: 19.922 t, ovvero il 44,5% del totale regionale. Macerata, Ascoli Piceno e Pesaro – Urbino toccano livelli molto inferiori, con quote sul totale dei rifiuti pericolosi variabili dal 21% al 16%.
Le Marche e i rifiuti
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