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La memetica dell’Uomo vuoto

Raramente, ma capita. Una delle tue fonti preferiche ti parla di un film che non hai mai sentito e insiste che tu lo veda. A distanza di tempo riappare nel radar e ti ricordi! Lo devi vedere. Così è stato per me per The Empty Man (L’uomo vuoto su Disney+), segnalato mesi e mesi fa da Chris Stuckman, che seguo su YouTube.

L’horror non è il mio genere preferito, ma se è più psicologico che visivo sale velocemente in testa alla coda di visione. Un vero cinefilo, per me, valuta l’originalità e la qualità, al di là dei generi, anzi. I film a cavallo dei generi o difficilmente classificabili sono quelli ancora più interessanti, perché chiaramente più originali. In genere Hollywood non produce più questi film, a meno che non abbiano un budget sotto i 5 milioni di dollari: il rischio che falliscano è altissimo, soprattutto se si tratta di un’opera prima. Il fatto che The Empty Man abbia ottenuto da 20th Century Fox il via libera con un budget di 16 milioni di dollari è qualcosa che non succede più. Non per niente quando il prodotto finale è caduto nelle mani di Disney, con l’acquisizione di 20th Century Fox, il film è stato rilasciato in malo modo, per non pensarci più: trailer lanciato una settimana prima, pubblicità prossima a zero, nell’autunno del 2020 in piena pandemia. Risultato? Non l’ha visto nessuno, al cinema (negli USA). In Italia è andato direttamente in streaming mesi dopo. Eppure…

Al meme non si comanda

Il passaparola del pubblico, grazie a internet, ha risollevato la reputazione del film e il numero di cinefili che lo hanno visto si è moltiplicato, mese dopo mese. Potere del passaparola, tanto da far etichettare The Empty Man con cult movie. Ieri l’ho finalmente visto e, a proposito di meme, non posso non segnalarlo e non parlarne.

Come chi ha scritto in maniera più competente di me, The Empty Man è un horror epistemologico per tempi moderni (contiene spoiler, attenzione). Il film è intriso di concetti filosofici in cui il protagonista si imbatte, nella ricerca di una ragazza scomparsa. Nel film un culto c’è e si chiama Pontifex Institute: una sorta di Scientology ultimo stadio, in cui le idee che si trasmettono di persona in persona generano un cambiamento della percezione della realtà.

Il film è molto, molto sofisticato. Ci sono elementi visuali e sonori ripetuti in vari momenti del film (meme appunto), tra cui il fischio, che ha un significato speciale. Si discute di ciò che è reale e cosa non lo è, del potere delle parole e della perdita di significato delle parole senza contesto. Si citano filosofi (Derrida) e filosofie (nichilismo) in modo molto preciso.

Se vuoi approfondire, a rischio spoiler, ti allego due link utili:

Non è un film perfetto, ma merita la visione per un solo motivo: sfida la tua capacità di comprensione e ti fa pensare, mettendoti una voglia pazzesca di farlo vedere ad altri e parlarne con loro.

Potere del meme, appunto.

Non ti consiglio di guardare il trailer, che non ho visto neanche io, perché è fuorviante sul contenuto del film. Potere, in negativo, del cattivo marketing.

Published in Media & Social media