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Flusso e sostanza, il mix di contenuti per essere rilevanti

flusso

La nuova dieta informativa sperimentale che sto applicando su me stesso sta dando i suoi frutti. Nei nuovi percorsi di scoperta di riflessioni, blogger, articoli e blog, fuori dal circuito di Twitter, Facebook e LinkedIn, mi sono imbattuto in una riflessione di Robin Sloan attualissima, se non fosse che è stata scritta nel 2010 (!!)

Sloan in sintesi usa la metafora di flow e stock, flusso e sostanza traducendoli nel senso inteso nell’articolo, per definire i contenuti effimeri che aiutano a far circolare idee velocemente e i contenuti più corposi, solidi, che superano la prova del tempo e mantengono valore anche dopo settimane o mesi. I primi potrebbero essero tweet o aggiornamenti rapidi per i social network, i secondi i post di un blog, un libro o i video du un canale YouTube. I primi si producono e si consumano velocemente, i secondi richiedono più tempo per essere prodotti e consumati, ma mantengono il loro valore più a lungo.

Per chi produce contenuti

Sloan suggerisci a chi produce contenuti di non isolarsi completamente dal flusso per produrre sostanza. Senza una presenza attiva nel flusso mancherebbe il canale dove promuovere e far conoscere o circolare l’esistenza del contenuto solido. Limitarsi invece a dominare il flusso è l’errore opposto, ovvero di non costruire nulla di duratura, ma di fermarsi e vedere dietro di se il nulla, appena il flusso si interrompe per una ragione o per un’altra.

Per chi consuma contenuti

Per chi i contenuti li consuma può valere un ragionamento analogo a quello di chi produce contenuti. Immergersi completamente nel flusso del tempo reale equivale a dominare un presente continuo, senza capitalizzare nulla e senza una prospettiva verso il futuro, che non sia la proiezione verso un orizzonte limitato. L’opposto, cosa rara ormai di questi tempi, significa essere continuamente in ritardo e non stare al passo con i cambiamenti, ancorati a un mondo che non esiste più, perché è la fotografia di qualcosa già mutato.

Cosa fare?

L’esercizio di sospensione nell’uso di Twitter e Facebook adottato da questa settimana vuole indagare esattamente un nuovo equilibrio (personale) nella direzione di immagazzinare più cibo solido e abbeverarsi meno a un flusso troppo povero di nutrienti rispetto all’attenzione dedicata. Ognuno trova il proprio equilibrio. Il mio suggerimento è di mettere in discussione il proprio, qualsiasi esso sia, per un periodo limitato di tempo, periodicamente, senza lasciarsi andare incoscientemente. Ciò che consumiamo e le abitudini mentali generano cambiamento plastici permanenti nel nostro cervello e influenza di conseguenza il nostro modo di pensare.

Produrre più sostanza, senza interrompere il flusso

Al termine del periodo di sospensione sono certo ridurrò il tempo passato immerso a produrre contenuti per il flusso, senza interromperlo del tutto, a vantaggio di tempo ed energie volte a provare di produrre più sostanza, sotto forma di blog o libri. Le idee non mi mancano. Cambiamento non facile, perché il flusso è anche flusso di feedback, like, commenti, retweet a cui non è facile rinunciare. Gli stessi entrano nel circuito del piacere, lo stesso meccanismo alla base della dipendenza da droghe. Una buona lettura in questo senso è La bussola del piacere.

Stock e flow

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Published in Lavora meglio Media & Social media