A spasso nella Natura
Gran Sasso – Monti della Laga
Lungo l’antica Via Salaria da Ascoli verso Roma si incontra il centro abitato di Acquasanta Terme. Nota già in epoca romana per le proprietà terapeutiche delle acque termali che vi sgorgano, il paese presenta una struttura urbanistica dall’impronta tipicamente medievale, con le interessanti chiese di San Giovanni Battista e di Santa Maria Maddalena (XIV sec.).
Dalla vicina Paggese, dove nella Chiesa di S. Lorenzo (XIII sec.) si possono ammirare un bellissimo tabernacolo in travertino e un trittico di Pietro Alemanno (XV sec.), un bel sentiero conduce al borgo medievale di Castel di Luco, con l’originale Castello a pianta circolare. Da Paggese, in auto, si raggiunge anche S. Paolo da dove si può seguire il “Trekking del Brigante” in direzione di S. Gregorio. Si scende quindi a S. Martino, tappa segnalata nel “Sentiero Italia”, per seguire in direzione di Accumoli o del Ceppo. Dalla vicina frazione di Collefrattale splendidi sentieri risalgono la Valle del Rio Castellano, permettendo di raggiungere la Foresta di S. Gerbone e la vetta del Pizzo di Sevo (2419 m.). Tornati ad Acquasanta, risalendo la Valle del Garrafo, sulla quale si affacciano grotte di origine carsica, si raggiunge Umito. Da qui alcuni sentieri, percorribili anche a cavallo o con la bici, permettono di raggiungere la Cascata della Prata e quella della Volpara. Oltrepassata Acquasanta troviamo Quintodecimo, da dove partono alcuni interessanti sentieri che conducono a Matera o verso le pendici del Monte Scalandro. Proseguendo sulla Salaria si raggiunge Trisungo, dove sono tuttora visibili i resti dell’antica strada romana. Si sale poi per Spelonga, la quale nella Chiesa parrocchiale di S. Agata conserva un’antica bandiera turca, bottino di guerra della battaglia di Lepanto (1571). Da qui un grazioso sentiero sale al Monte Comunitore (1695 m.), raggiungibile anche dalla vicina frazione di Colle. Riprendendo la Salaria si torna ad Arquata del Tronto, il cui territorio, posto a cavallo della Valle del Tronto, è ricompreso in ben due Parchi Nazionali: Monti Sibillini e Gran Sasso – Monti della Laga. Il paese è sovrastato dall’imponente Rocca duecentesca, ampliata nei secoli successivi e ricostruita nel XV secolo. Degni di interesse sono la Torre civica e le chiese di S. Francesco e dell’Annunziata.
Abbadia di Fiastra
Visitare la Riserva Naturale costituisce un’esperienza unica ed indimenticabile per l’armonia e la compostezza del paesaggio, per i suoni soffusi che invadono l’aria, per i colori che, in ogni stagione, caratterizzano questo territorio. “Vivere” la Riserva significa quindi scoprire i suoi gioielli più preziosi e nascosti, attraverso le variegate possibilità offerte a tutti i visitatori, per realizzare infine una visita distensiva ma anche ricca di cultura. Insieme ai diversi percorsi pedonali o ciclabili, è possibile muoversi lungo interessanti sentieri natura, per i quali sono stati predisposti apposite guide, anche di tipo sensoriale (audiocassette e mappe tattili), disponibili presso il centro visita della Riserva. Abili e meno abili hanno tutti l’opportunità di vivere al meglio le esperienze dell’area protetta. Oltre a questi sono stati realizzati tre differenti percorsi automobilistici che si sviluppano e si diramano lungo l’area contigua alla Riserva Naturale e le zone circostanti, permettendo un’attenta visita ai centri storici di Tolentino, Loro Piceno, Petriolo, Mogliano, Urbisaglia, senza tralasciare l’area archeologica di Urbs-Salvia.
Monte S.Bartolo
Il primo itinerario proposto si snoda comodamente lungo strade comunali e brevi tratti della Provinciale Panoramica, per una durata di tre ore circa. Si parte all’imbocco della Strada S. Bartolo, dove un affresco riporta le caratteristiche territoriali e le emergenze storico – architettoniche. Da qui si può subito visitare la magnifica Villa Caprile, eretta nel 1640, che conserva ancora in ottimo stato il giardino all’italiana, arricchito da divertenti giochi d’acqua. Terminata la visita comincia il percorso pedonale. Mentre si sale verso la Provinciale, inizia si apre la vista su Pesaro. Superato il Centro di Tecnologie Ambientali della Provincia, il percorso è attrezzato con cartellini didattici per la botanica, con quaranta specie arboree ed arbustive. Si prosegue sempre ombreggiati fino ad incontrare sulla destra il parco privato di Villa Imperiale, splendido esempio di architettura rinascimentale. La villa, una delle più raffinate residenze rinascimentali, presenta numerose sale affrescate da noti pittori quali Dosso Dossi, Raffaellino del Colle e il Bronzino ed è circondata da un parco di 35 ettari. Proseguendo, alla confluenza di Strada Bocca del Lupo con via dell’Altarello, la vista si apre sulla campagna armoniosa e ricca di siepi di separazione, soprattutto a tamerice. Si giunge poi alla Provinciale Panoramica e, dopo averla attraversata, si prosegue su una antica strada comunale ormai riconquistata dalla vegetazione. Qui si possono ammirare scorci panoramici sul mare sotto Santa Marina Alta, la cui visita meriterebbe un’apposita tappa. In seguito, tornando sui propri passi, si arriva al Piazzale dell’Hermitage, con un’ampia vista sul mare e sulla falesia. Più avanti si giunge al faro, si ritrova Villa Imperiale e quindi si scende di nuovo verso il punto di inizio.
Il secondo percorso può essere suddiviso in due parti. La prima, con partenza dalla località “le Logge”, rappresenta una vecchia scorciatoia per raggiungere il paese di Fiorenzuola di Focara, che permette di passare rapidamente da un ambiente urbano ad uno naturale, ricco di silenzi e di tranquillità. Giunti a Fiorenzuola di Focara, piccolo centro d’altura che conserva numerose testimonianze della sua origine medioevale, si può percorrere il Sentiero dell’Amore, dal quale si può ammirare una splendida vista sul mare. Terminata la visita al paese, inizia la seconda parte del percorso, che scende fino al mare, lungo una strada chiusa al traffico, con ampie vedute e scorci sulla falesia. Lungo il percorso si notano ancora i segni della presenza di antiche attività di coltivazione (alberi da frutto, viti rinselvatichite) e si osservano, a distanza molto ravvicinata, tratti di falesia che mostrano l’alternanza degli strati di arenarie e argille che compongono l’intero sistema di colline a picco sul mare. In 10-15 minuti si arriva alla spiaggia, recente frutto dell’innalzamento delle scogliere. Da qui si può percorrere ancora qualche centinaio di metri per vedere i caratteristici cogoli, pietre di arenaria arrotondata nelle forme più svariate.
Sasso Simone e Simoncello
Numerosi sono gli itinerari escursionistici; di seguito sono sintetizzati i principali.
San Sisto – Sasso Simone. L’itinerario inizia a S. Sisto, meta degli appassionati di funghi e sede del laboratorio del C.E.A. per proseguire lungo gli ampi pascoli del versante orientale del Sasso Simone; a metà percorso si giunge al Peschio, collina calcarea ricoperta dal bosco. Prima della salita al Sasso si consiglia la sosta all’ombra del grande faggio.
Miratoio – Sasso Simone. Dall’area di sosta di Miratoio inizia un gradevole sentiero che conduce al Sasso Simone, sfiorando gli spettacolari calanchi varicolori del versante meridionale dei Sassi. Giunti all’interno della Cerreta, in corrispondenza della Banditella, un bivio immette nel sentiero proveniente dal Passo della Cantoniera; si prosegue a destra per raggiungere la vetta del Sasso Simone.
Pontecappuccini – Eremo della Madonna del Faggio – Monteboaggine. Il percorso ha inizio dal Centro Visite e sale verso il passo del Trabocchino, attraverso il bosco di conifere che ricopre le pendici orientali del M. Carpegna Giunti sui prati sommitali, il panorama spazia dalla costa adriatica ai monti Nerone e Catria. Dall’eremo si prosegue verso Monteboaggine, dove un cimitero abbandonato e la torre di vedetta, recentemente r
estaurata dall’Ente Parco, proteggono la tranquillità del luogo. Il ritorno avviene alle pendici della Costa dei Salti, fino a Paterno e di nuovo al Centro Visite.
Scavolino – M. Carpegna. Scavolino conserva i ruderi delle mura del palazzo, feudo dei principi di Carpegna dal sec. X al XIX. Lasciato il centro abitato si sale verso il passo del Trabocchetto, fiancheggiati da ampi prati. Arrivati al passo, il panorama si apre sull’intera Valmarecchia e sulle distese prative del Monte Carpegna. Il ritorno avviene dal sentiero al Passo dei Ladri, immerso in una piccola ma suggestiva faggeta.
Passo della Cantoniera – Sasso Simone. Il percorso attraversa la Cerreta del Sasso, estesa più di 800 ettari, tra le più grandi d’Europa; nel bosco si riconoscono faggi, frassini, aceri, carpini e sorbi. Nei periodi di fioritura è possibile osservare il giglio martagone ed il giglio rosso. Usciti dal bosco si attraversa un vero e proprio fiume di detriti rocciosi staccatisi dal Sasso Simone, ricchi di fossili. Si prosegue in direzione del faggio solitario, nei pressi del quale si prende la mulattiera che porta alla cima del Sasso Simone.
Pian dei Prati – Sasso Simon. L’itinerario inizia a Pian dei Prati dove si trova un’area faunistica, per seguitare su un’ampia carrareccia, che attraversa i prati pascolo del versante sud-orientale del Sasso Simone. Arrivati sul pianoro del Sasso, tra i muschi e la felci, si intravedono le rovine dell’antica città-fortezza edificata da Cosimo I de’ Medici nel XVI secolo.
Gola della rossa – Frasassi
Il Parco propone trentuno itinerari escursionistici di una o metà giornata che hanno per meta località panoramiche e borghi ricchi di storia. Si può percorrerli in Mountain Bike: sulla Carta Escursionistica sono riportati alcuni itinerari proposti per la pratica di questa attività, che si svolgono in massima parte su sterrate e carrarecce, distribuite per decine di chilometri sia in quota che nei fondovalle. Largo spazio all’Escursionismo e all’arrampicata: sulle pareti verticali calcaree delle Gole e dei principali rilievi montuosi sono state aperte nel corso degli anni molte vie di roccia, sia nello stile dell’alpinismo classico, sia della moderna arrampicata sportiva. Con canoa e rafting i fiumi Sentino ed Esino, che attraversano rispettivamente le Gole di Frasassi e della Rossa, presentano lunghi tratti idonei. Nel pianificare una discesa, come per tutti i corsi d’acqua a carattere torrentizio, è bene tenere conto delle condizioni idriche locali, al variare delle quali possono cambiare significativamente la praticabilità e la difficoltà del percorso.
Numerosi anche gli itinerari escursionistici
Anello di Giano. È un percorso sentieristico che si sviluppa per 134 Km, attraverso gli ambienti più belli ed interessanti dei bacini idrografici dei fiumi Esino, Giano, Sentino. Un lungo tratto dell’anello attraversa il territorio del Parco quasi longitudinalmente, toccando alcuni caratteristici borghi rurali e montani, in un viaggio articolato e impegnativo.
Gola della Rossa – Monte Revellone: L’accesso alla Gola della Rossa per chi proviene da Sud è uno spettacolo che non delude. Tra creste frastagliate, masse calcaree ed anse sinuose si arriva a Pontechiaradovo. Attraversato il ponte sull’Esino, la sbarra e fiancheggiata la cava sulla destra, gli scarponi ritrovano il giusto assetto. Superato il ponticello della ferrovia, si prosegue a sinistra per un largo sentiero che conduce a Grottafucile. Sempre per la carrareccia si sale al valico I Colli. Lasciata la carrareccia si sale per l’ampio pendio prativo. Tenendosi al centro si trova il sentiero, man mano più evidente, che immette sulla seconda carrareccia. Si continua ancora diritti per la ripida cresta Nord, con la slanciata sagoma del Revellone all’orizzonte. Il sentiero devia a destra e guadagna l’ampio dosso, in pineta, della cresta Nord-Ovest per poi, costeggiando il versante Ovest, per offrire infine vedute aeree e panoramiche.
Avacelli – Rocchetta – Ponticelli – Genga
Appena a Sud del paese di Avacelli, una piazzola con edicola segna l’inizio del sentiero 142, che segue la strada per Rocchetta. Dopo circa 400 metri si imbocca la carrareccia che aggira Colle Busco. A quota 545 metri, si attraversa la strada e si sale ad una radura oltre la quale il sentiero continua ripido sino ad affacciarsi sulla vallata, verso il Trivio. Si prosegue quasi in piano per alcune centinaia di metri, poi con una discesa via via più ripida si scende alle case di Piano di Rocchetta e di qui alla strada proveniente da Genga. Si segue la strada a sinistra per circa 250 metri, per deviare a destra verso l’abitato di Rocchetta Alta. Prima su sterrata e poi su sentiero, si sale alla pineta sulla sella tra Colle Ameno e Il Picco. Si continua attraversando la testata di Valle Scappuccia tra la macchia e il bosco ceduo. Perdendo quota si arriva al valico presso Colle Bertone e di qui, con una discesa più ripida verso Sud, all’incrocio con il sentiero 107AG. Si prosegue in discesa sul versante Ovest del Monte Piano fino all’abitato di Monticelli. Si prosegue a sinistra, in piano, sino a traversare il fosso; ancora un Km e, prima di arrivare a Genga, si scende a destra alla strada provinciale.
Monte Conero
Il territorio dell’area protetta offre diverse possibilità di fruizione. Si presta sia a soggiorni balneari, sia a soggiorni di tipo escursionistico-naturalistico, sia ad itinerari enogastronomici, culturali ed artistici. Unica nel suo genere è la “Strada del Rosso Conero”. La vitivinicoltura ha un ruolo importante all’interno del Parco, con fulcro sul Rosso Conero, vino DOC dal 1967. Questo vino si ricava da un solo vitigno, il Montepulciano, con una possibile aggiunta (fino al 15%) di Sangiovese. Lungo il percorso, sostenuto anche dal Movimento del Turismo del Vino, il viandante può scoprire le piccole vigne che, ora aggrappate a costoni impervi, ora adagiate su morbide colline, fanno di questo un vino rinomato in tutto il mondo. Di notevole interesse anche una serie di escursioni naturalistiche. I sentieri ufficiali sono 18 e sono descritti nella cartina del parco, disponibile presso il centro visite. Da segnalare il ritrovamento, presso la frazione di Massignano, di tracce evidenti di cadute di asteroidi, simili a quelle scoperte nell’America centrale.
Monti Sibillini
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ha attivato una serie di percorsi (escursionistici, ciclabili, accessibili ad ogni categoria di persone, ecc…) che stanno delineando l’ossatura fondamentale di fruizione del territorio e che offrono delle prime risposte alle differenti esigenze e richieste di fruizione. Il Grande Anello dei Sibillini si sviluppa ad anello intorno all’area protetta per una lunghezza di circa 120 Km. Diviso in 9 tratte giornaliere descritte nel dettaglio sul sito www.sibillini.net e nella nuova guida del parco, si snoda ad un’altitudine che varia dai 560 ai 1794 metri. Collega piccoli centri, spesso assai poco conosciuti, ma comunque ricchi di tradizioni, storia e cultura, permettendo altresì di scoprire immagini e sentieri insieme ad una Natura sorprendente.
Il Grande Anello in Mountain Bike, che si consiglia di percorrere in 5 giornate (Visso-Fiastra-Amandola-Montegallo-Norcia), si snoda a guisa di corona intorno al massiccio montuoso per oltre 165 Km, ed è arricchito da ulteriori 14 percorsi giornalieri che trovano il loro punto di partenza nei diversi comuni del parco. Esso è parte essenziale di una strategia più vasta che vede nella realizzazione di un “Sistema di fruizione ad Anelli”, la quale comprende anche la “Grande Via del Parco”, da percorrere in auto, per un nuovo modello di fruizione di un territorio fragile, da godere per questo con il giusto rispetto.