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Il Sole 24 Ore (o il Boston Consulting Group?) inciampa sul Web 2.0

L’articolo fa riferimento all’ annuale seminario ‘per l’alta direzione organizzato da Bcg (The Boston COnsulting Group) con il tema Web 2.0: Bolla o business?’ e sintetizza il Web 2.0 come sistema efficace per risparmiare il 90% del budget pubblicitario di una azienda facendo sviluppare la campagna pubblicitaria dai propri clienti. Visto con quest’ottica, cominciamo già male: è questo il Web 2.0? sfruttamento delle masse? Non ci siamo.

A parte il fatto che YouTube e MySpace vengono chiamati ‘youtube e myspace’ (tutte le altre maiuscole sono al posto giusto, stranamente), Giuliano Balestreri continua:

Il punto di partenza dell’analisi di Vos è la nuova frontiera di Internet che permette ai dati immessi di mantenere un’identità propria.

Che vuol dire? Non ho capito. Forse Vos lo spiega nella dichiarazione che segue? Leggiamo:

‘Le persone, quindi, partecipano ai forum e alle discussioni anche per una questione reputazionale’, insomma la rete permette a tutti di sentirsi leader sfruttando una serie di competenze e passioni che nella vita di tutti i giorni non riescono ad emergere.

Reputazionale? Io, persona, parteciperei per avere una reputazione? Avevo sempre capito che chi partecipa lo fa per condividere qualcosa, una passione o una conoscenza, e l’effetto che si genera è avere una reputazione. Forse ho capito male. Continuiamo a leggere:

In Italia gli utenti attivi sono 22 milioni, di cui quasi la metà blogger

Qui credo Balestreri, non so se imboccato da Vos, compie un errore madornale. 22 milioni sono gli Italiani che secondo Nielsen//NetRatings si collegano almeno una volta al mese ad Internet. Tutti attivi? Cosa significa attivi? Utenti che partecipano, commentano, votano, scrivono, producono contenuti? Non credo proprio. Gli 11 milioni di blogger? Probabilmente il dato si riferisce all’indagine Nielsen/NetRatings in cui si stimava intorno al 50% l’insieme dei navigatori che visita siti ‘partecipativi’. Un conto è visitare YouTube, un altro è pubblicare un video e un altro ancora è avere un blog! Sono cose ben diverse, purtroppo.

L’articolo continua con un’altra dichiarazione interessante:

L’unico sforzo delle imprese dovrebbe essere quello di ‘individuare, animare e governare i forum tra queste persone’.

Forum? Governare? Ma non ci sono 11 milioni di blogger, ognuno con il proprio blog? Le idee mi sembrano poco chiare. O il giornalista ha sintetizzato male il pensiero di Vos o Vos ha dichiarato cose che poco si addicono ad una società che dice di sé, su un comunicato stampa:

The Boston Consulting Group aiuta i suoi clienti a realizzare un vantaggio competitivo, nella convinzione che best practice e benchmark non sono di norma sufficienti per creare valore duraturo: il cambiamento positivo richiede nuove intuizioni per comprendere l’economia e i mercati e capacità organizzative per impostare strategie vincenti che portino a risultati concreti.

L’articolo chiude così:

Insomma con la rete si riesce a risparmiare quasi il 90% dei budget tradizionali.

Fosse anche vero, non credo questo sia il valore aggiunto del Web 2.0. A Berlino, in 4 giorni di Web 2.0 Expo, nessuno si è avventurato sul territorio del mero risparmio di risorse sfruttando il lavoro fatto dai clienti, eppure era una conferenza molto basic, pensata per evangelizzare le stesse aziende a cui si rivolge il Boston Consulting Group.

Oggi Ferruccio De Bortoli, nel suo intervento per festeggiare il numero 100 di Nòva, ha esposto un ragionamento lungimirante quanto azzeccato. In sintesi, se ieri il giornale per definizione manteneva una distanza dal proprio pubblico, oggi è esattamente l’opporto. Il lettore si conquista giorno per giorno e, alla prima delusione, con l’attimo di un click, il lettore abbandona il giornale e va altrove.

Mi dispiace dirlo ma questo è un classico esempio in cui molti hanno cliccato e se ne sono andati a leggere altrove. Ciò che mi dispiace di più in questi casi – tutti possono sbagliare, non è questo il punto – è il cattivo servizio che si fa al lettore e l’occasione perduta per evangelizzare nella maniera giusta. Che idea si è fatto il lettore imprenditore/manager del Web 2.0, dopo aver letto questo articolo? Una idea che si tradurrà in comportamenti che non favoriranno certo la competitività dell’impresa, soprattutto rispetto alla concorrenza europea che su questi temi le idee le ha più chiare di noi e si sta già muovendo, non solo per risparmiare budget pubblicitari.

Published in Varie