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La lezione di DLD

Partecipare a conferenze internazionali come DLD (Digital, Life, Design promossa da Burda) è un esercizio che sarebbe utile a molti. Chi si occupa di almeno uno dei seguenti – editoria, tecnologia, internet, media, finanza – dovrebbe venire (= farsi invitare, visto che non si paga e l’accesso non è libero). Perché rovinarsi un weekend, arrivare a Monaco di Baviera una domenica di fine gennaio, a prendere freddo? Le ragioni sarebbero varie. Le sintetizzo in ordine sparso.

In questi contesti si costruiscono quelle relazioni che possono fare la differenza. E’ più utile venire qui, vedere chi c’è, imparare dagli altri, cogliere idee, riportarle a casa e applicarle per la propria realtà che un periodo di due mesi passato a fare ricerche online, contattare le persone che sanno o che semplicemente potrebbero aiutarci per il nostro business. Venendo qua molti potrebbero aprire gli occhi sul ritardo che l’Italia sta accumulando in molti settori, non soltanto come sistema paese – è una conferenza in cui non si parla di governo, né di politica – ma come sistema economico. Nello stesso momento in cui in Italia tutta l’attenzione è concentrata su Mirafiori, nel mondo si investe in innovazione in campo medico, energetico, tecnologico, creando posti di lavoro a prova di futuro, raccogliendo fondi per creare la prossima Google nel settore delle energie rinnovabili, della ricerca medica applicata.

Non è un caso se gli italiani qui a Monaco si contino sulla dita di una mano: un giovane imprenditore del web, un manager di uno dei pochi editori italiani proiettati all’estero, un editore di libri, un ricercatore che vive negli USA e pochi altri. Anche la copertura media italiana è assolutamente insufficiente, aspettando di riprendere poi dalle agenzie, dai blog specializzati, dai grandi giornali (FT, WSJ, ecc.) notizie rilevanti, di seconda mano. Del resto qui è passato l’ex CEO di Google, il CEO di Groupon, i fondatori delle startup di maggiore successo oggi, i protagonisti delle startup biotech, new energy più prossimi a modificare la nostra realtà quotidiana in un futuro ormai presente.

Venire qui significa tornare a casa contaminati, con nuove idee, nuove prospettive. Il sottoscritto è a DLD per la terza volta, da osservatore e giornalista, senza ambizione di tradurre quanto appreso in opportunità di business, ma gli spunti non mancherebbero, anzi! Dall’India digitale, a nuove modalità di concepire il benessere psicofisico, dall’entusiasmo di giovani imprenditori alla raggiungibilità del venture capitalism, gli stimoli non mancano.

L’Italia vista da DLD è un paese lontano, chiuso in sé stesso, senza prospettive. Il potere economico, salvo rare eccezioni, preferisce autoconservarsi e godere della propria posizione di rendita, cercando di frenare i cambiamenti globali, più interessato alle chiacchiere di Capri, Cernobbio, Portofino che di quanto è parte del dibattito in corso su scala internazionale. Dove sono i Burda italiani? I grandi gruppi editoriali e internet italiani, quali occasioni comuni hanno di riflettere intorno ai grandi temi? Possibile che il fine ultimo sia solo quello di avere un bilancio positivo a fine anno e di trasmettere l’azienda ai propri figli? Nessuna ambizione di migliorare la società? Nessuna ambizione di partecipare alle sfide internazionali oltre confine? Nessun interesse a diventare interlocutori in un dibattito globale in cui internet, media e tecnologia sono il motore del cambiamento e dell’economia di domani?

C’è vita nell’universo, non dimentichiamocelo mai.

Published in Web & Tech

4 Comments

  1. Condivido, grazie.

    Ciao,
    Zeno

  2. sottoscrivo tutto quello che hai detto,

    ciao
    Luca

    p.s. a DLD ho provato, invano per ora, a farmi invitare 😐

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