Chiunque si occupa di social media marketing, ha a che fare o segue influencer, dovrebbe vedere almeno uno dei documentari usciti a gennaio su Fyre Festival. Il più accessibile dall’Italia è Fyre su Netflix. Online non è difficile trovare anche Fyre Fraud, disponibile ufficialmente solo negli USA su hulu.
La cosa curiosa di questi due documentari sulla moderna truffa, a base di influencer e Instagram, è che la versione in onda su Netflix vede tra i produttori l’agenzia di social media del festival stesso, Jerry media, che ovviamente nel documentario se ne lava le mani.
Fyre fraud è più onesto in termini di attribuzione di responsabilità, anche se dal punto di vista visuale e di storytelling Fyre è più divertente, se può essere divertente un documentario su una truffa di decine di milioni di dollari a danno di poveri lavoratori, ricchi investitori e ragazzi che hanno speso migliaia di dollari per un festival di lusso naufragato prima ancora di cominciare.
Una lezione sul potere degli influencer del mondo dell’intrattenimento e del lusso, capaci di arretire e loro stessi di farsi fregare, pur di vivere nell’opulenza o dare almeno l’immagine di viverci.