Come volevasi dimostrare, Apple, il paladino della protezione dei dati personali degli utenti contro tutti (e contro Meta/Facebook), sta andando a occupare lo spazio tolto a Meta/Facebook con la propria pubblicità. Alla fine la protezione degli utenti è fumo negli occhi per nascondere una decisione per fare più soldi. Punto. Pensare il contrario è da ingenui.
Per questo ho sempre visto e continuo a vedere il culto dei brand e delle aziende come una versione peggiorata del culto delle religioni tradizionali. Fare l’evangelista di un brand è tempo sprecato, da qualsiasi punto di vista. Se proprio vuoi sentirti parte di un gruppo, almeno scegline uno dove hai un ritorno, se profit, o meglio ancora no profit. Fare volontariato per l’azienda più ricca del mondo non mi sembra proprio necessario.
Uff, che fatica.
Io sono vent’anni che lo dico 🙂
Ho letto l’articolo che hai linkato e non condivido le conclusioni veloci che trae il suo autore. Lungi da me difendere Apple, è una multinazionale come tutte le altre e sotto il suo tappeto è piena di sporco come tutte le altre ma quegli annunci di lavoro sono – appunto – per posizioni nel mondo dell’advertising con focus esplicito sulla privacy. Apple ha il suo circuito pubblicitario, non è una novità o una sorpresa. La pubblicità esisterà anche nel futuro: non possiamo immaginare che il settore scompaia. Semplicemente c’è modo e modo di fare pubblicità e Apple è inevitabile che possa cercare figure per quel settore.
Che Apple inserirà pubblicità sulle sue app principali è un film ancora da scrivere e trarre conclusioni mi sembra prematuro.
Ciao,
Emanuele
mi sembra una questione di lana caprina