Il box su Firenze.
‘L’accesso all’acqua è un diritto naturale, ma come associazioni della società civile mondiale chiediamo alle istituzioni che, entro il 2003, sottoscrivano un accordo internazionale per garantire il diritto d’accesso all’acqua potabile a tutti i cittadini del mondo’. Rosario Lembo, coordinatore dei lavori del Forum Alternativo Mondiale dell’acqua, ha così sintetizzato la proposta degli oltre 300 delegati di tutto il mondo intervenuti al primo Forum mondiale dell’acqua di Firenze.
Numerosi e qualificati gli interventi dal mondo della ricerca e dell’associazionismo.
“Quando si parla di emergenza acqua si pensa che il problema consista nella mancanza di questa risorsa’, ha spiegato Wolfgang Sachs, ricercatore presso il Wuppertal Institut per il clima, l’ambiente e l’energia in Germania, ‘In realtà si deve parlare di una scarsità prodotta dall’’uomo. Basta pensare, ad esempio, che solo fino a 30 anni fa il fiume di Nuova Delhi era quotidianamente usato per lavarsi e cucinare mentre oggi è ridotto ad una vera e propria cloaca.”
Amref, ong africana attiva anche in Italia, ha testimoniato che non è sufficiente realizzare infrastrutture idriche nei Paesi più poveri, per risolvere il problema dell’accesso all’acqua. ‘Per garantire il successo dei progetti idrici – ha dichiarato l’ingegnere idrico ugandese di Amref Mwtalib Walude – è necessario assicurare la loro sostenibilità, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, il decentramento e il rafforzamento delle capacità locali di gestione della risorsa’.
L’allarme ecologico per la spregiudicata “dominazione umana delle risorse del pianeta” arriva anche da parte di Gianfranco Bologna, segretario aggiunto del WWF Italia: ‘Per risolvere la sete del pianeta gli sforzi vanno concentrati sui 261 bacini idrici che attraversano i diversi Paesi, per fare in modo che, entro il 2010, i 250 milioni di ettari di ecosistemi di acqua dolce siano protetti e gestiti in modo concretamente sostenibile”.
Se la società civile non riuscirà ad intervenire nelle politiche internazionali dell’acqua, nei prossimi 10 anni circa il 50% della popolazione mondiale avrà problemi di accesso alla risorsa, senza che i singoli Stati possano avere alcuna voce in capitolo. Un altro modo di gestire e consumare l’acqua è necessario: solo cosi si potrà impedire il tracollo idrico del pianeta e fermarne la deriva ecologica.